Caos uffici tra Dg illegittimi e poltrone vacanti. Ecco dove passa la paralisi della Regione

Alessandra Carta

Messo il sigillo sulla Finanziaria 2023 (qui le spese di sostanza, qui i ‘regalini’), Christian Solinas e alleati devono spostare la prua sulla riorganizzazione degli uffici. Così rimbalza dal Palazzo, dove non mancano le grane pesanti. Intanto: senza il segretario generale, nuova figura introdotta dal centrodestra con la legge 10 sui maxi staff, la macchina amministrativa non può andare avanti, inclusa la riorganizzazione degli assessorati. Infatti: al primo dirigente spetta avviare l’iter per le nomine dei Dg, visto che cinque sono illegittime ed è stata pure sforata la soglia del 20 per cento sugli esterni. Da risolvere con urgenza anche la questione Crp: il Centro regionale di programmazione, ovvero la cassaforte della Regione, è senza guida dal 19 gennaio, quando l’ex direttore generale Massimo Temussi ha fatto le valigie alla volta di Roma, dove è andato a fare il consulente della ministra sarda del Lavoro, Marina Elvira Calderone.

La casella del segretario generale l’ha lasciata vuota Francesco Scano, ex presidente della Seconda Sezione del Tar che non ha mai potuto prendere il compenso d’oro da 285.600 euro perché pensionato. Non solo: la legge – come aveva ribadito la Corte dei Conti rispondendo a un quesito promosso dalla Commissione per il controllo analogo di Abbanoa – prevede che il titolare di un trattamento in quiescenza non possa assumere un incarico pubblico per più di un anno. Ragion per cui Scano a settembre ha dovuto lasciare la Regione.

Stando al borsino del gradimento, è Marcella Marchioni la più accreditata per diventare segretario regionale. Attualmente a capo della Programmazione, la Dg si contende l’incarico con la collega dei Trasporti, Gabriella Massidda, che però va in pensione a giugno, quindi obbligherebbe Solinas a fare due nomine nel giro di un anno. Ma con la fine della legislatura all’orizzonte il centrodestra ha la necessità di adottare un assetto amministrativo che non cambi da qui a febbraio del 2024, quando la Sardegna torna alle urne.

Con la nomina del segretario regionale partirà anche il rimescolamento dei Dg. Tutto ruota intorno al ricorso vinto dallo Sdirs lo scorso dicembre. Al sindacato dei dirigenti regionali, guidato da Cristina Malavasi, ha dato ragione il Tribunale del lavoro che ha riconosciuto la condotta anti-sindacale di Solinas (leggi qui) e decretato irregolarità nella scelta di cinque dirigenti generali. Nel dettaglio: Francesca Piras (Sanità), Angela Maria Porcu (Turismo), Delfina Spiga (Ambiente), Antonello Zanda (Enti locali) e Temussi (che però è già fuori dai giochi). Significa che le nomine dei quattro manager vanno rifatte da zero, nel caso di una eventuale riconferma, oppure il loro mandato si conclude. Si aggiunga che in Regione lavorano attualmente sei Dg esterni, quando invece il limite è cinque. Ce n’è uno di troppo tra lo stesso Zanda, più Silvia Curto (Presidenza), Pasquale Antonio Belloi (Protezione civile), Silvia Cocco (Affari generali), Roberto Raimondi (Eni Cbc Bacino del Mediterraneo) e Fabio Migliorati (Corpo forestale).

Pesantissima la situazione al Crp, dove l’attività è paralizzata perché non c’è un vice che può firmare e assumere provvedimenti. Oggi i sindacati, già intervenuti con una nota il 3 febbraio, hanno di nuovo preso posizione perché si proceda con la nomina di un “esperto” in modo che “in via temporanea possa assumere funzioni di coordinamento correlate, perlomeno, con l’ordinaria gestione”, hanno scritto Fp Cgil, Uil Fpl, Clares e Fesal. Al Crp, per capire il livello di paralisi, sono sospese pure le richieste di ferie e permessi. Per non parlare della programmazione e va considerato che il Centro regionale non gestisce le spese di un condominio ma Piani operativi complessi come il Fesr, il fondo europeo di sviluppo regionale. Sono milioni e milioni di euro. Ma Solinas, evidentemente, considera la circostanza marginale.

Alessandra Carta

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