Canadair o F35? Mario Mauro, il ministro della Difesa, preferisce i cacciabombardieri

Fuoco e polemiche. Dalla Sardegna a Roma, con gli F35 a segnare il passo. Perché «il Governo anziché spendere otto miliardi per comprare 90 cacciabombardieri, poteva acquistare nuovi Canadair», dice da giorni il popolo sardo della Rete, da quando l’Isola ha ricominciato a bruciare, come ogni anno. Ma solo in questi ultimi due giorni i roghi hanno mangiato ottomila ettari di macchia mediterranea.

Dalla Capitale è Mario Mauro (Scelta Civica), ministero della Difesa, a commentare sul tema, a margine della visita alle caserme sarde. «Quando si tirano in ballo gli F35, parliamo di operazioni che all’interno di un bilancio dello Stato hanno una loro ragione intrinseca. Se concettualmente tolgo un cacciabombardiere, posso fare un asilo, una scuola, un ospedale o acquistare un aereo antincendio. Il programma degli F35, però, è partito 20 anni fa: l’Italia doveva acquistarne 150, ora siamo scesi a 90».

Il ministro, insomma, non condivide la polemica. E aggiunge: «Con i 60 tagliati quante scuole, quanti asili e quanti Canadair sono stai acquistati? Bisogna fare attenzione. I cacciabombardieri vengono comprati perché 254 aerei dell’Aeronautica vanno in pensione. In questo Paese – conclude Mauro – la Difesa fa molto: raccoglie l’immondizia, pattuglia le strade, trasporta gli organi, lo fa per senso dello Stato, per le capacità logistiche e tecniche che esprime. Tutto quello che abbiamo potuto fare nel passato, anche per le situazioni di Protezione civile, tra cui la lotta agli incendi, lo continuiamo a fare oggi e così andremo avanti anche nel futuro».

Al ministro montiano risponde Ugo Cappellacci che ha incontrato Mauro durante la visita alla Brigata Sassari. «Bene la Conferenza nazionale sulle servitù militari e il potenziamento del reggimento – dice il presidente della Regione -, ma è inaccettabile che lo Stato consideri la Sardegna strategica per un verso, ma per altro non abbia la stessa sensibilità quando sono in gioco la vita e la reale vocazione della nostra comunità, quando si tratta di difendere la nostra terra dalla piaga criminale ed assassina degli incendi». Quindi il punto fermo sulla piaga dei roghi estivi: «Non trovo accettabile che la Protezione civile si trovi a dover fare una sorta di roulette russa. Ieri, infatti, c’erano ventuno richieste di intervento per emergenze sul territorio nazionale e si è deciso di sacrificare la Sardegna. Questa situazione non può persistere».

A prendere posizione è anche Antonio Brizzi, segretario del Conapo, il sindacato autonomo che raccoglie i vigili del fuoco. «La Sardegna, più di ogni altra regione, sta pagando a caro prezzo la politica dei tagli lineari che ha comportato la drastica riduzione dei mezzi aerei antincendio. Si aggiunga la politica del blocco delle assunzioni per i Vigili del fuoco, uno stop che sta portando a una pericolosa carenza di personale dell’unico corpo in Italia che è in grado di intervenire in pochi minuti con un sistema di pronto intervento antincendio. Roghi come quelli scoppiati in questi giorni, o li si spegne subito sul nascere da terra o in breve tempo dilagano con necessità di numerose forze aeree indisponibili oggi in Italia, se divampano le fiamme in più territori insieme».

Brizzi fa un passaggio sugli F35: «Più che avventurarsi nella polemica dei cacciabombardieri, va affermato che, con o senza aerei da guerra, servono urgentemente le risorse per far fronte agli incendi, oppure dovremmo pagare a caro prezzo le devastazioni conseguenti. A mio parere la problematica è stata gestita con troppa faciloneria da chi ha operato i tagli e, oltretutto, la classe politica non si è nemmeno posta il problema di riformare una legge quadro giudicata inadatta, confusionaria e dispendiosa anche dalla Corte dei conti. Nella tutela dei boschi i vigili del fuoco hanno un ruolo chiave, ma senza nuove assunzioni non sarà possibile garantire la salvaguardia del patrimonio ambientale».

Sugli F35 comprati dal Governo (con la ratifica del Parlamento) s’infuria pure il presidente di Sel, Nichi Vendola, su Twitter. «L’idea che l’Italia possa allegramente spendere svariati miliardi di euro per l’acquisto dei cacciabombardieri, mentre la Sardegna ed altre parti del Paese bruciano, resta un paradosso e scandalo».

Un appello all’Esecutivo guidato da Enrico Letta lo lanciano pure tre deputati del Pd. «Purtroppo – si legge in una nota – il disastro degli incendi era ampiamente previsto, ma il Governo non è intervenuto, confermando il dimezzamento della flotta aerea antincendio e i tagli ai fondi per combattere i roghi». Questa la posizione dio Nicodemo Oliverio, Ernesto Magorno e Lorenza Bonaccorsi. «Si è avverata – continuano i tre – la triste profezia del capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, che da mesi ripete come la riduzione delle risorse e dei mezzi avrebbe reso impossibile la tutela dell’ambiente e della vita dei cittadini».

Sui roghi sardi dice la sua pure Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente alla Camera. «Mentre si fronteggia l’emergenza incendi che nelle ultime 48 ore ha mandato in fumo magliaia di ettari in Sardegna, bisogna dare la massima priorità alle politiche di prevenzione: diventa, allora, improrogabile la piena operatività del censimento nazionale delle aree percorse dal fuoco».

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