Cala Sinzias messa all’asta per fare cassa

Antonello Melis, il commissario della Sbs, aveva messo all’asta i 5 ettari di Cala Sinzias per coprire parte di quei 12 milioni di debiti.

I 5 ettari di Cala Sinzias messi all’asta per fare cassa a fronte di un’esposizione debitoria da 12 milioni di euro. Era questo l’obiettivo di Antonello Melis, il commercialista che Ugo Cappellacci ha nominato commissario nella passata legislatura per liquidare la Sbs, la Società bonifiche sarde proprietaria di quel lembo costiero a sud-est dell’Isola e controllata al 99 per dalla Regione. Melis, tuttora in carica, aveva quindi previsto un piano di rientro vendendo, almeno in parte, il patrimonio immobiliare valutato tra i 24 e i 31,5 milioni.

Quanto Melis contasse di far guadagnare alla Sbs con l’operazione Cala Sinzias, non è dato saperlo. Certo che è la base d’asta era di 350mila euro per cinque ettari sul mare a totale inedificabilità. Una piccola fetta di paradiso che nel 2011 la Conservatoria delle Coste aveva classificato come bene di alto pregio ambientale (30 punti su 31) e per questo, in teoria, non si sarebbe dovuta mettere sul mercato. Lo ho spiegato, ieri, lo stesso assessore regionale all’Agricoltura, Elisabetta Falchi (RossoMori), cui spetta la gestione della Sbs attraverso l’agenzia di settore Laore che detiene il 99 per cento delle quote societarie (il restante 1 per cento è in mano ai privati della 3A). Di lì la decisione di stoppare il bando, una sospensione scattata formalmente oggi.

E se la titolare dell’Agricoltura sta verificando adesso le ragioni della vendita, o meglio i motivi per il quali il commissario della Sbs ha trascurato il parere della Conservatoria, a venire fuori è il pezzo forte della società. Ovvero, i 12 milioni di euro (fino a un massimo di 14) che può valere l’azienda agro-zootenica di Arborea, già messa all’asta da Melis a gennaio 2013, sempre attraverso la mediazione di Roberto Ornano, il notaio di Cagliari dal quale si sarebbero dovute depositare anche le offerte per Cala Sinzias. Del pacchetto fanno parte pure 600 ettari di terreni agricoli.

Tra i 3 e i 4 milioni sono stimate invece le aree intorno all’azienda di Arborea. Nel Comune dell’Oristanese c’è poi la Villa del Presidente, altro immobili della Sbs. Lì abitava appunto il grande capo della società fondata nel 1919. La casa è stata costruita nel 1930, il valore oscilla tra i 2 e i 3 milioni. Nell’elenco figurano inoltre terreni costieri spalmati tra Alghero, Buggerru e Pula, e dovrebbero essere quelli non considerati di alto pregio dalla Conservatoria: sono un’altro milione e mezzo di possibili entrate (un milione la stima minima). La Sbs potrebbe incassare infine dai 6 ai 9 milioni con la vendita di alcune aree forestali a Sassari Alghero e ancora ad Arborea.

Questo secondo i calcoli di Melis. Ma la Falchi, nel suo ufficio di via Pessagno, sta spulciando ogni carta sulla Sbs. L’obiettivo è evitare innanzitutto un secondo ‘caso Cala Sinzias‘. Oltre all’analisi della procedura liquidatoria, i fari della Regione sono puntati sulla salvaguardia di quei terreni costieri sempre ad alto pregio ambientale. Il presidente Francesco Pigliaru l’ha anticipato ieri: la Giunta sta ragionando sull’istituzione di un fondo per acquisire al patrimonio della Regione i terreni sul mare di maggior valore.

Alessandra Carta
(@alessacart)

 

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