Il Bambin Gesù di Olbia, convenzione da 262 posti letto

Manca ancora il via libera del governo Renzi, ma la giunta di Francesco Pigliaru vuole autorizzare l’ex San Raffaele di Olbia con 262 posti letto.

Sono 262 i posti letto che la Regione vuole autorizzare all’ex San Raffaele di Olbia che si chiamerà Bambin Gesù: così è scritto nelle otto pagine di delibera concluse oggi dalla giunta di Francesco Pigliaru che avrebbe dovuto anche approvare il documento, ma il voto è slittato perché manca il via libera da Roma. Al governo di Matteo Renzi spetta però solo un passaggio tecnico, dopo il pre-accordo firmato dallo stesso premier a Palazzo Chigi il 23 maggio scorso. E pur pur non escludendo la possibilità di ulteriori limature, sembra definitivamente al sicuro l‘investimento da un miliardo e 200 milioni che gli arabi del Qatar realizzeranno all’ingresso sud del capoluogo gallurese. Precisamente in quel palazzone bianco che fu della Fondazione Monte Tabor di don Verzè: otto piani dove troveranno spazio un’ospedale pubblico-privato e un centro di ricerca internazionale, come nel progetto originario. Quando si entrerà a regime, le buste paga saranno mille.

I 262 posti letto verranno divisi tra pazienti acuti (nuove malattie), post acuti (fase pre-cronica) e riabilitazione. E qui serve la deroga numero uno del Governo, visto che sulla prima tipologia medica il Patto nazionale della Salute aveva previsto un taglio di 800 posti letto. Ma col Bambin Gesù autorizzato il numero è destinato a ridursi. C’è poi il decreto Monti sulla spending review che vale la seconda deroga, dal momento che convenzionare nuovi 262 posti letto è per la sanità sarda un costo aggiuntivo e non un abbassamento della spesa. Roma deve dire sì anche su questo.

I due passaggi sono una formalità perché il 23 maggio era stato il premier Renzi a firmare a Roma l’accordo con la Qatar Foundation Endowment, cioè il braccio operativo della famiglia reale di Doha rappresentata in Italia dal manager Lucio Rispo. In quell’occasione venne anche stabilito che l’intesa dovesse essere chiusa entro il 24 giugno, una data che potrebbe slittare di qualche giorno. Ma senza cambiare la sostanza: gli arabi vogliono inaugurare la struttura a marzo del prossimo anno.

Al momento non sono ufficiali nemmeno i reparti che otterranno l’ok. Di certo non ci saranno doppioni rispetto all’ospedale pubblico di Olbia, dove manca quasi tutto: dalla neurochirurgia alla pediatria, dall’oncologia all’oculistica. In queste ore è spuntata pure la possibilità che alcune specialità mediche possano essere gestite su altre strutture sanitarie dell’Isola. Si parla per esempio di gemellare la cardiochirurgia del Bambin Gesù con quella del Santissima Annunziata a Sassari.

Non appena il governo Renzi metterà il sigillo alla doppia deroga, toccherà alla commissione Sanità del Consiglio regionale dare l’ultimo via libera previsto dalla legge. E si tratterà di un voto in sede deliberante, anziché di un semplice parere. Questo per accelerare ulteriormente i tempi, evitando che la delibera della Giunta approdi in Aula. La commissione è formata da 14 consiglieri, di cui 8 di maggioranza e 6 di centrodestra. Il presidente Raimondo Perra (la quota socialista di ‘Sardegna vera’) dice: “Sono sicuro che l’Esecutivo avrà gestito al meglio la questione dei posti letto per evitare tagli nelle altre strutture dell’Isola, creando nuovi scompensi nell’assistenza delle famiglie”.

A prendere posizione è pure Roberto Capelli, il deputato leader del Centro Democratico. “Il San Raffaele di Olbia – si legge in una nota – è un’opportunità per la sanità sarda e nazionale. È assolutamente da rispettare il lavoro che hanno portato avanti, con opportuna riservatezza e attenzione, il presidente Pigliaru e l’assessore Luigi Arru. Ma in questi giorni abbiamo sentito troppi interventi inopportuni”. La sottolineatura di Capelli è diretta all’ex governatore Ugo Cappellacci, “il quale ha agitato piazze a sostegno dell’investimento qatarino, ma ha dimenticato di aver buttato al vento cinque anni di legislatura, annunciando una riforma sanitaria mai presentata e regalandoci oltre 400 milioni di buco nelle Asl sarde. Mai come in questo caso il silenzio di alcuni sarebbe il miglior contributo a una causa di vitale importanza”.

Dal centrodestra parla invece Michele Cossa, il consigliere a capo dei Riformatori: “Il San Raffaele di Olbia è un progetto di straordinario interesse che arriva proprio quando la Regione ha deciso di chiudere col Galsi. Ma a fronte di due miliardi di investimento persi, ce ne ritroviamo 1,2 in quota araba, soldi che si tradurranno anche in nuove buste paga per i sardi senza lavoro”.

Quanto al Pd, dichiarazioni ufficiali non ce ne sono. Ma la cronaca delle ultime ore ha certamente dato ragione all’ex sottosegretario alla Salute, Paolo Fadda che nella Direzione regionale di ieri a Oristano aveva sollevato proprio la questione della doppia deroga del Governo, senza la quale il Bambin Gesù Raffaele non può partire. I problemi, però, sembrano alle spalle: a quasi 30 anni dal progetto di don Verzè, Olbia e la Gallura potranno realizzare il sogno del polo sanitario di eccellenza.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share