Autonomia, dall’Isola cannonate su Bonanni. Pili (Pdl): “Chieda scusa”. Gianpaolo Diana: “Stupidaggini”

Le dichiarazioni del segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni sulla Autonomia non sono certo passate inosservate. A stretto giro di posta sono arrivate le reazioni del presidente della Regione Ugo Cappellacci, del presidente del Psd’Az Giacomo Sanna e di Claudia Lombardo, presidente del Consiglio regionale. Per il parlamentare Mauro Pili, Bonanni dovrebbe “chiedere scusa ai sardi”., mentre per il leader dei Riformatori Michele Cossa si tratta di “parole fuori luogo”.

“Se l’Autonomia della Sardegna ricalcasse veramente un modello di carattere statale – ha detto il governatore – avremmo avuto meno difficoltà a risolvere le questioni ancora aperte con un Governo nazionale, che nel corso degli anni si è dimostrato a dir poco restio a riconoscere diritti ed aspettative legittime di un popolo che non chiede privilegi né assistenzialismo, ma solo quanto gli spetta per camminare con le proprie gambe. Peraltro tale posizione stride con quella dei sindacati regionali, che chiedono a gran voce l’esatto opposto: una strenua difesa dell’Autonomia e un’azione determinata su quella che è nota come la vertenza Sardegna. Tra le questioni ancora aperte spiccano quella relativa alla vertenza entrate, ancora non pienamente risolta, e quella inerente ad un patto di stabilità che ci impedisce di dare piena attuazione alle politiche rivolte alle famiglie, al lavoro e alle imprese. A queste si aggiunge la problematica della continuità territoriale marittima che ha sempre visto gli esecutivi nazionali dalla parte degli armatori, in particolare di un cartello di speculatori, e mai dalla parte della nostra isola. E’ grazie all’Autonomia che i sardi, anche con i referendum regionali, hanno avuto la possibilità di far alzare subito la loro voce per dire no a chi avrebbe voluto calare dall’alto la decisione di trasformare la nostra isola in una pattumiera nucleare. Per questo lo Statuto Speciale rappresenta e deve continuare ad essere uno strumento di difesa degli interessi della nostra terra non solo da uno stato patrigno, ma anche da poteri assai forti economicamente e politicamente e interessati a speculare a discapito della Sardegna”.

Non meno duro Giacomo Sanna. “Concordo pienamente con quanto affermato da Raffaele Bonanni, l’autonomia è, infatti, superata e alla Sardegna serve l’indipendenza. Non solo lo dice il Partito Sardo d’Azione ma addirittura qualche mese fa, per un solo voto, non lo ha deliberato il Parlamento sardo. In ogni caso i sardisti non si arrendono e prometto, al segretario italiano della Cisl, che continueremo a batterci, in ogni sede, per portare i sardi all’indipendenza. Sicuro che, Raffaele Bonanni si impegnerà a fondo per riformare il sindacato e migliorare le politiche del lavoro nella sua Italia delle larghe intese e della democrazia ristretta”.

“Stupidaggini”, taglia corto il capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale ed ex segretario generale della Cgil sarda,  Gianpaolo Diana. “Davvero non capisco, come si possano dire stupidaggini del genere, con una semplicità così disarmante e tanto sconfortante. Il segretario della Cisl, spiace dirlo, non è la prima volta che dimostra di non conoscere le ragioni profonde che stanno alla base della nostra Autonomia. Tantomeno si reso conto che quelle ragioni non sono venute meno, anzi, di fronte a un Europa sempre meno degli Stati e sempre più delle Regioni, la specialità autonomistica è lo strumento attraverso il quale, esaltando la responsabilità e l’autogoverno può aprire una nuova stagione per il riequilibrio territoriale nel vecchio continente. Ma di questo, evidentemente, Bonanni non si preoccupa. Il segretario della cisl mi ricorda il protagonista del bellissimo libro di Salvatore Satta, “Il Giorno del giudizio” che, in occasione di un litigio con la moglie, le dice: Tu zitta! Sei al mondo solo perché c’è posto. Anche a Bonanni non farebbe male pensare prima di parlare”.

Per Claudia Lombardo quelle di Bonanni sono “parole in libertà, zeppe di luoghi comuni e del tutto prive di senso reale e, quindi, fuorvianti”.

“La Sardegna – ha aggiunto la presidente del Consiglio – vive oggi una tale condizione di arretratezza e sottosviluppo proprio a causa delle mancate risposte dello Stato, come nella vicenda delle entrate fiscali, tanto che appare quest’ultimo a voler abbandonare l’Isola al suo destino e non il contrario. La Sardegna con dignità e orgoglio rivendica una maggiore autonomia per gestire il proprio futuro in piena consapevolezza e responsabilità non per staccarsi dalla Penisola, ma per abbattere quelle odiose barriere come la mancata continuità territoriale e l’assenza di fonti energetiche, infrastrutture e servizi, che fanno i sardi cittadini di serie “B” all’interno dello stato. Il saggio Bonanni – conclude la Presidente Lombardo – ci dica piuttosto perché fra le sue tante battaglie in favore dei più deboli non si è mai battuto perché alla nostra Isola siano riconosciute le misure compensative che l’Unione Europea concede alle regioni insulari e ultraperiferiche per colmare le diseconomie che tale condizione comporta. Forse in tal modo ci sentiremo più italiani e più facenti parte della Repubblica, senza sentirci cittadini disastrati e orfani di uno stato troppo spesso patrigno, ma che nessuno sogni di chiederci di rinunciare ad essere un popolo distinto, con una storia una lingua e una cultura che sono il lascito di una antica civiltà di cui andiamo fieri e orgogliosi. Italiani sì, ma prima sardi!”.

Sull’argomento è intervenuto anche il parlamentare del Pdl Mauro Pili. “Le dichiarazioni di un leader sindacale che straparla sull’autonomia regionale sarda sono la dimostrazione dell’incompetenza con la quale certi esponenti nazionali parlano con ignoranza e demagogia gratuita della specialità della Sardegna. Chiedere l’abolizione dell’autonomia speciale come ha fatto il segretario della Cisl Bonanni – ha affermato Pili – è un esercizio di stupidità senza precedenti che contrasta con la grande tradizione autonomista della Cisl in Sardegna. Non conoscere le ragioni della specialità della Sardegna, i divari insulari che la rendono la più distante dal resto del paese sia sul piano infrastrutturale che economico-sociale, costituisce un aggravante ulteriore per chi come Bonanni parla con una prosopopea da dilettante allo sbaraglio. Bene farebbe a chiedere scusa e a farsi spiegare dai dirigenti sardi della Cisl che cosa é l’autonomia regionale della Sardegna. Parla di cose che non conosce e fa comparazioni gratuite senza logica e senza il minimo buon senso. Da un leader sindacale ti attendi senso di responsabilità e rispetto – conclude il parlamentare sardo – a partire dalla consapevolezza che non si possono esprimere simili considerazioni senza pensare ai tanti dirigenti sardi della Cisl impegnati da sempre nelle rivendicazioni autonomistiche”.

“Ogni tanto ci provano: era già la posizione di Brunetta quand’era ministro – ha commentato il leader dei Riformatori Sardi e vicepresidente del Consiglio regionale Michele Cossa -. Ma sono parole fuori luogo, che dimostrano una conoscenza approssimativa della storia istituzionale passata e recente della nostra Isola”. Lo dice il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, replicando alle dichiarazioni del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, secondo il quale l’autonomia della Sardegna deve essere abolita. Non è vero – prosegue Cossa – che la Sardegna vuole ricalcare il modello statale e che non deve rendere conto a nessuno: sta pagando un prezzo pesante al patto di stabilità, che oggi è il vero freno allo sviluppo della nostra economia. È vero invece che l’autonomia da Roma è spesso violata e sbeffeggiata”. Tuttavia, dice ancora coordinatore dei Riformatori, “i sardi devono smettere di essere lamentosi e di farsi dare lezioni dagli altri. Devono mettersi all’avanguardia del processo di riforma delle istituzioni, la drastica riduzione del peso della burocrazia e l’eliminazione di sprechi clamorosi come la Carbosulcis”.

“L’unica autonomia della quale Bonanni dovrebbe rendere conto – attacca l’europarlamentare del Pd Francesca Barracciu – è quella che segna la distanza tra il segretario nazionale della Cisl e il lavoro che non c’è in Italia come in Sardegna. Nonostante la battuta d’arresto di questi ultimi quattro anni, sono certa che la Regione saprà presto riprendere un cammino virtuoso per realizzare le riforme che i sardi da troppo tempo aspettano”.

Dura reazione anche da parte di Mario Diana, capogruppo in consiglio regionale di “Sardegna è già domani”. “Bonanni, che è nato a Bomba, farebbe meglio a tornarsene a Bomba, in Abruzzo – e  astenersi dallo sputare sentenze se proprio non è al corrente del fatto che gran parte della condizione di arretratezza economica della Sardegna è dovuta al mancato rispetto, da parte dello Stato, di norme fondamentali del nostro Statuto autonomistico. La Sardegna non è la Sicilia, non ha lo stesso numero di elettori dell’altra isola, né lo stesso peso sullo scenario politico nazionale”, conclude il capogruppo. La Sicilia probabilmente potrà anche fare a meno dell’Autonomia speciale, visto quanto è in grado di influire sulle decisioni di Governo e Parlamento, ma, fintanto che la classe dirigente italiana ha nei confronti della Sardegna la stessa sensibilità mostrata oggi da Bonanni, è meglio che noi sardi ci teniamo ben stretto il nostro Statuto e che non ci dimentichiamo che nessuna conquista ci verrà mai regalata se non a costo di durissime battaglie contro lo Stato centrale”.

 

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