Assessori candidati e auto blu: la denuncia dell’Udc finisce in farsa

“Cappellacci ritiri le deleghe agli assessori candidati alle Politiche: c’è qualcuno che usa la carica a fini elettorali e usa perfino l’auto blu”. Così, due giorni fa, l’Udc. Ora: gli assessori candidati sono tre: Antonello Liori (Lavoro)  per Fratelli d’Italia, Giorgio La Spisa (Bilancio) con la Lista Monti e infine Sergio Milia (Cultura) con l’Udc.

A stretto giro di posta Liori risponde per le rime ai colleghi di maggioranza. “Non ho mai abusato dell’auto blu, neanche per l’attività istituzionale, tanto meno accadrà per la mia campagna elettorale – ha precisato l’assessor regionale al lavoro -. Se qualcuno avesse riscontri diversi ha il dovere di informare l’opinione pubblica. Ho imparato l’etica politica da maestri, che in materia non erano secondi a nessuno, perciò non ho alcuna intenzione di usare strumentalmente la mia carica istituzionale.”

Oggi arriva anche la smentita di La Spisa. “Non sto facendo un uso strumentale elettorale dell’auto blu semplicemente perché non la sto utilizzando. Da quando mi sono dimesso da vice presidente annunciando la mia candidatura – ha detto l’ex esponente del Pdl – pur rimanendo assessore sto utilizzando la mia auto anche negli spostamenti nei quali peraltro sarebbe ricompresa appieno l’attività istituzionale. Inoltre ho subito fatto richiesta di portabilità del numero istituzionale e attivato una nuova utenza telefonica personale. In merito alla delega – precisa – sin dall’inizio avevo rimesso il mandato nelle mani del presidente che ha deciso di confermarmi la fiducia. Ho sempre cercato la trasparenza e nel 2009 – ha concluso – appena nominato assessore, mi sono immediatamente dimesso da consigliere regionale rinunciando ai privilegi di una intera legislatura e al corrispondente vitalizio. Altri l’hanno fatto?”.

Ora, è facile capire perché la faccenda stia assumendo toni comici: oltre Liori e La Spisa, chi rimane? Esatto: Sergio Milia. Dell’Udc. Al momento il titolare della delega alla Cultura non ha diramato alcuna nota ufficiale, ma è probabile che lo farà, perché in caso contrario il silenzio suonerebbe un po’ come un’ammissione di colpa. Parecchio imbarazzante, visto che la bacchettata arriva proprio dal suo partito. Ma anche ipotizzando l’ennesima smentita, quella di Milia, la situazione non cambia: a fare una pessima figura, a quel punto, sarebbe l’Udc. L’unica soluzione? Il partito di Casini faccia nomi e cognomi.

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