Il disegno di legge di sospensione per 18 mesi degli impianti di energia rinnovabile nell’Isola arriva in Commissione: per la precisione la quarta e la quinta in sede congiunta, con le audizioni di quattro assessori (Ambiente, Industria, Urbanistica e Agricoltura). Il Consiglio regionale inizia a esaminare il testo – in attesa che arrivi in Aula – ma l’orientamento è quello di muoversi su due livelli: quello sardo e quello nazionale. In particolare alla Conferenza Stato-Regioni, il cui orientamento – capofila la Sardegna – è quello di fare in modo che il ministero conceda alle singole regioni la possibilità di definire la mappa delle aree idonee dove realizzare gli impianti.
La novità era emersa già dall’incontro tra Alessandra Todde e il ministro Picheto Frattin. “Da un lato lavoriamo sul ddl di sospensione, su cui noi siamo convinti di poter fare un buon lavoro – dice l’assessore all’Industria, Emanuele Cani -, e parallelamente dobbiamo lavorare sull’attività di relazione istituzionale con il governo e nell’ambito della Conferenza delle Regioni. Attraverso questi due binari noi dobbiamo provare a capire quali possono essere i tempi per dare ai sardi risposte certe sul quadro normativo del riferimento che oggi purtroppo non esiste o comunque è molto incerto”.
L’assessora all’Ambiente, Rossana Laconi, aggiunge che il decreto sulle aree idonee “sarà pronto dal ministero entro la metà di giugno e ci consentirà, entro 180 giorni, di legiferare come regione nell’ambito della definizione della pianificazione delle stesse aree. Questo è un punto fermo che concede alla Regione la prerogativa fondamentale: cioè pianificare in autonomia”. Quindi si lavora per modificare il quadro a livello nazionale e allo stesso tempo si procede col provvedimento della Giunta, utile alla pianificazione regionale nel settore.