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Appalto di famiglia. Per esigenze di ordine pubblico

L”appalto della mostra Galanias all’immobiliarista di Cualbu. Con la procedura prevista per esigenze di ordine pubblico. Tra i subappaltatori, la società della moglie

Emergono nuovi particolari sulla tappa cagliaritana della mostra Galanìas, l’interessante panoramica sull’artigianato sardo d’eccellenza promossa dall’assessorato regionale al Turismo e organizzata dalla Minoter del costruttore Gualtiero Cualbu, dietro un compenso di 39.900 euro al netto dell’Iva.

La progettazione e realizzazione degli allestimenti ad esempio, affidata dalla Minoter ai professionisti del teatro Lirico di Cagliari – dove Cualbu siede in CdA – è costata circa 6mila euro. Un prezzo in linea – dicono gli addetti ai lavori – con le quotazioni di mercato, soprattutto in relazione all’alta professionalità delle persone coinvolte.

Per la buona riuscita dell’evento, la società di Gualtiero Cualbu coinvolge anche un altro soggetto: Tramare. Si tratta di un laboratorio d’artigianato artistico parecchio apprezzato, un atelier che fa capo a Maria Cristina Boy. Che poi è la moglie di Gualtiero Cualbu.   

Tutto lecito e lineare, chiaramente: una volta che la Minoter si aggiudica il servizio dalla Regione, è liberissima di affidare i lavori a qualsivoglia professionista. Ci si pone però qualche interrogativo in più sulle modalità di assegnazione del servizio. La chiave di volta è l’importo pattuito con la Minoter, 39.900 euro. Ovvero appena 100 euro in meno del limite di 40mila euro che avrebbe reso obbligatorio, per legge, il confronto tra più imprese. E così il servizio è stato affidato direttamente alla Minoter. 

Domanda: l’amministrazione regionale poteva seguire questo iter, pur riducendo l’importo del servizio al di sotto del limite dei 40mila euro? Secondo la legge sì, ma solo se sussiste una situazione di “urgenza, determinata da eventi oggettivamente imprevedibili, al fine di scongiurare situazioni di pericolo per persone, animali o cose, ovvero per l’igiene e salute pubblica, ovvero per il patrimonio storico, artistico, culturale”. Ora, una mostra sull’artigianato ha forse a che fare con “imprevedibili esigenze di ordine pubblico”? Parrebbe di no. Eppure, tutto si è risolto – nei fatti – con un’assegnazione diretta. A meno che – ma la giustificazione sarebbe davvero risibile – non si sia inteso giustificare l’affidamento diretto  della mostra Galanìas a Minoter  in quanto società titolare della gestione della bottega Isola.

Nel 2009 infatti, su bando del 2008 pubblicato dalla giunta Sorula società di Cualbu si era aggiudicata la gestione dei locali di via Santa Croce fino al 2014. Ma, da quanto risulta, negli ultimi quattro anni le porte sono rimaste sempre sbarrate. O quasi. Almeno fino a Galanìas. E già questo sarebbe bastato alla Regione per chieder conto di una gestione che non ha gestito alcunché, altro che affidare l’organizzazione di Galanìas alla Minoter. Che, per inciso, non ha certo dovuto sborsare ulteriori denari per l’affitto dei locali.

In definitiva, come sono stati impiegati i soldi? Esclusi i 6mila euro per l’allestimento, è pacifico che non sia stato sborsato un euro nemmeno per i manufatti esposti, di norma dati in comodato gratuito. Tra le spese vive da onorare con i rimanenti 33.900 euro: costi del personale (impiegato sette ore al giorno per circa tre settimane), vigilanza e pulizia dei locali.

C’è poi un ulteriore interrogativo. Le mostre organizzate nell’ambito del progetto Galanìas sono tre: Cagliari, Nuoro e Alghero. Ma anziché assegnare l’appalto ad un unico soggetto (con annesso evidente risparmio), si è preferito spezzettarlo. A Nuoro ci ha pensato la Ilisso, che gestisce il museo che ha ospitato la mostra, il Tribu, dietro un compenso di 39.900 euro Iva esclusa. Ad Alghero invece l’organizzazione è stata assegnata alla A. S. di Antonio Giovanni Serra, per 39.500 euro. E doveva pure cercare “un locale di pregio” con superficie non inferiore ai 150 metri quadri, individuato poi nel complesso polifunzionale Quarté Sayàl.

Giova magari ricordare che la legge vieta il frazionamento artificioso delle prestazioni allo scopo di sottoporle alla disciplina delle acquisizioni in economia e quindi alla trattativa privata, col risultato di un affidamento diretto. Non sarà questo il caso. Ma qualche lecito dubbio rimane. A fare chiarezza ci avrebbe potuto pensare la direzione generale dell’assessorato al Turismo, al quale Sardinia Post ha inviato una serie di domande. Rimaste ad oggi senza risposta. 

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

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