I servizi di riabilitazione devono tornare al pubblico. È la posizione dei sindacati confederali ascoltati oggi nella commissione d’inchiesta sull’Aias presieduta da Gianfranco Ganau (Pd). Nel frattempo prosegue il presidio dei lavoratori che si attendevano notizie sul pagamento degli stipendi arretrati. Ora è in corso una mediazione con l’assessore della Sanità, Mario Nieddu, che ha riferito questa mattina. “Se alla politica non piace la soluzione di Sas Domos allora ce ne indichi un’altra”, ha detto in particolare Fulvia Murru (Uil). Sulla stessa linea Roberta Gessa (Cgil): “Questa è la vertenza più grossa della Sardegna, con oltre mille lavoratori e una situazione di evidente monopolio che deve cessare”. Secondo Luisella Spignesi della Cisl “è chiaro ormai che Aias ha trasferito sui suoi dipendenti il rischio di impresa”. Insomma, i confederali non vedono di buon occhio la firma della nuova convenzione Ats-Aias. Sul caso degli undici stipendi arretrati è intervenuto Piergiorgio Piu (Ugl): “Sino al 2016 i lavoratori Aias hanno ricevuto gli stipendi ma dal 2017 questo non è accaduto più mentre il servizio, comunque, viene effettuato”. Critiche verso i ritardi del tavolo tecnico convocato in Regione da settimane sono arrivate da Martino Sarritzu (Isa): “È necessario conoscere al più presto gli esiti di questi confronti tra Ats e Aias. In ogni caso da dieci giorni Aias ha firmato la convenzione con la Regione ma i lavoratori non sono stati ancora pagati”.
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