Accelerata sul rimpasto, ecco come. Chessa: “Io fuori? Non mi risulta, sono il più votato”

“Fino a oggi nessuno mi ha chiesto di fare passi indietro”. Gianni Chessa, il titolare del Turismo che a Palazzo danno in uscita dalla Giunta, ha risposto così all’Agi che gli chiedeva sul proprio destino da assessore nell’Esecutivo guidato da Christian Solinas. Chessa è stato sentito a margine dell’evento organizzato per la certificazione del marchio Isola, il brand dell’artigianato sardo.

“Ognuno dice la sua – ha proseguito Chessa -. Avete presente quando si giocavano le schedine? allora c’erano il tredici, le doppie e le triple. Poi è chiaro che se il partito mi dovesse chiedere di fare passi indietro, beh, la politica è fatta anche di queste cose”. Detto ciò, “io sono un consigliere regionale eletto, il più votato del Psd’Az in Sardegna e il quinto assoluto”. QUindi ancora un’altra sottolineatura: “Lavoro per la Sardegna e non per la poltrona, fino a oggi il presidente non mi ha detto nulla, governare non è semplice ma io son tranquillo e quello che sto facendo è sotto gli occhi di tutti”.

L’eventuale uscita di Chessa dall’Esecutivo è uno dei motivi che stanno facendo rallentare il rimpasto. Anche se il Patto di legislatura, con gli obiettivi di fine governo, sarebbe pronto. Quando al cambio delle deleghe, il nodo è tutto nel Psd’Az. Intanto nella quota Sud Sardegna: qui Solinas starebbe puntando tutto su Nanni Lancioni, con cui il governatore è da tempo in ottimo rapporti. Lancioni sta garantendo al presidente anche un ventaglio di manager indicati in Regione, tra cui l’ex generale delle Fiamme gialle, Fabio Migliorati, diventando il nuovo comandante del Corpo forestale.

La quota Nord Sardegna dell’Esecutivo non dovrebbe invece cambiare: non sarebbero in discesa le quotazioni di Quirico Sanna, titolare dell’Urbanistica, sebbene Solinas stia sponsorizzando parecchio l’ingaggio di Antonio Moro, presidente dei Quattro Mori. Ma se non tocca Sanna, il Psd’Az non può mettere tre uomini. A meno che Solinas non scarichi anche l’assessora all’Agricoltura, Gabriella Murgia, e faccia scegliere una delle quattro donne all’Udc.

Moro potrebbe andare all’Industria o alla Pubblica istruzione. Ma se lo scudo crociato di Giorgio Oppi verrà obbligato alla rappresentanza femminile, Andrea Biancareddu manterrà la delega della scuola (e della Cultura) e il secondo assessorato in quota Udc diventerà l’Agricoltura.

A quel punto Moro finirà all’Industria, mentre Lancioni ai Lavori pubblici al posto dei Riformatori per i quali resterà libero solo il Turismo con il vincolo di indicare una donna. Non si toccherebbe nulla né in casa azzurra né nella fila di Lega e Fdi. I berlusconiani resterebbero al Lavoro con Alessandra Zedda e alla Programmazione con Giuseppe Fasolino. Il Carroccio manterrebbe la Sanità con Mario Nieddu, il Personale con Valeria Satta e i Trasporti con Giorgio Todde. Tuttavia su quest’ultimo assessorato non è detto che le camicie verdi mantengano il posto: ci potrebbe essere una staffetta col Psd’Az, proprio perché la Lega in questi anni ha ridimensionato il proprio peso in Consiglio regionale e quindi potrebbe essere chiamata a cedere qualcosina sul peso specifico delle deleghe, m,a non sul numero totale delle caselle.

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