Accantonamenti, riduzione chiesta da Pigliaru e Paci: 18 ottobre nuovo tavolo

Entra nel vivo il confronto sul contributo al debito pubblico che la Sardegna deve ogni anno allo Stato attraverso i cosiddetti accantonamenti, considerati dalla Giunta troppo onorosi tanto da aver aperto una vertenza con Roma (il versamento del 2016 è stato di 684 milioni). Oggi a Palazzo Chigi, per trattare una riduzione, ci sono il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci. Hanno incontrato la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio dei ministri, Maria Elena Boschi, e i sottosegretari del Mef, Pier Paolo Baretta, e degli Affari regionali, Gianclaudio Bressa.

Con il tavolo di oggi “inizia ufficialmente il percorso a Palazzo Chigi per arrivare a un’intesa fra Regione e Stato”, si legge in una nota di viale Trento. “Nell’incontro odierno è stato infatti deciso di avviare il confronto per arrivare alla definizione di una cifra condivisa. Il prossimo tavolo è stato già fissato per mercoledì 18 ottobre alle 10.30″. E nel momento in cui “nelle prossime settimane si arriverà a un accordo, l’intesa verrà inserita con emendamenti nella Legge di stabilità”.

LEGGI: Debito pubblico nazionale, i sardi hanno già pagato 3,3 miliardi

“C’è disponibilità del Governo a continuare un confronto già avviato, ma che oggi vogliamo rilanciare perché i tempi sono stretti. C’è una Legge di stabilità che sta arrivando e vogliamo che lì si risolva questo problema che stiamo ponendo con grande forza”, dice il presidente Pigliaru. “Nel prossimo incontro – spiega – si comincerà già a parlare di cifre, confrontandoci su quello che noi consideriamo un contributo equo e proporzionato alla finanza pubblica. Ovviamente le Regioni devono partecipare, ma la cifra che paghiamo adesso, quasi 700 milioni, è decisamente sproporzionata per una regione che ha un Pil come il nostro e paga ancora le conseguenze di una crisi economica devastante. Una volta raggiunta uno schema di accordo, e credo che ci riusciremo, lo porteremo in Consiglio regionale per condividerlo. Con questa intesa – conclude Pigliaru – vogliamo che siamo fissate regole chiare, certe ed eque”.

Il tavolo a Palazzo Chigi è il quarto sugli accantonamenti. I primi due furono com Bressa a febbraio e marzo, il terzo con Boschi e i dirigenti del Mef e della Ragioneria dello Stato (era aprile). “La Sardegna paga attualmente 684 milioni di euro di accantonamenti – è scritto ancora nella nota di viale Trento -, una cifra ormai insostenibile anche alla luce dei nuovi costi. Per esempio farmaci innovativi e trasporto disabili, interamente sulle spalle della Regione. Secondo l’ultima sentenza della Corte Costituzionale, pur dovendo le Regioni a Statuto speciale contribuire con gli accantonamenti, è necessaria un’intesa sulla cifra. Inoltre, gli accantonamenti non possono essere considerati un contributo a tempo indeterminato, essendo invece del tutto straordinario”.

Così l’assessore Paci: “C’è disponibilità del Governo ad accettare un confronto in cui lo Stato e la Regione si mettono d’accordo su una cifra, quanto la Sardegna deve contribuire alla finanza pubblica per i prossimi 3 o 5 anni. È il metodo già seguito da Trento e Bolzano che si è dimostrato molto solido anche rispetto ai contenziosi e sentenze. Andremo avanti con questa trattativa: si parte da 684 milioni, noi chiediamo almeno un dimezzamento di questa cifra e come in tutte le intese si cercherà di trovare una via mediana. Poi deve essere chiaro che questo contributo non può essere per sempre, altrimenti significherebbe che lo Stato sta unilateralmente modificando il nostro Statuto, e non può farlo. Comunque – conclude Paci – nell’incontro di oggi c’è stata apertura ed è positivo che si entri già dalla prossima settimana in una fase molto operativa”.

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