Abbanoa nel caos, si è dimesso l’Ad. Guerra centrodestra, tutti contro tutti

Fernando Ferri, l’Ad di Abbanoa che si era autovotato per fare pure il Dg, ha lasciato l’incarico di amministratore delegato. Ferri, ex manager di Saras, ha sbattuto la porta dopo uno scontro infuocato con l’ormai ex amico, l’avvocato Gabriele Racugno, presidente del Cda. I due, nella terza di governo societario, facevano coppia politica fissa, isolando il terzo componente, Franco Piga.

Lo strappo tra Ferri e Racugno si è consumato ieri durante il Consiglio di amministrazione che avrebbe dovuto precedere l’Assemblea dei soci fissata per martedì 26. Ma con le dimissioni di Ferri l’appuntamento è di nuovo saltato, per la seconda volta in due mesi: la precedente convocazione, prevista a metà dicembre, era stata annullata dal presidente Christian Solinas, proprio per via dei piani bellicosi che avevano Ferri e Racugno nella gestione della società. C’era un tentativo di affossare la spa del servizio idrico, come raccontato da Sardinia Post (leggi qui).

È stata del tutto inattesa la rissa verbale tra i due manager. Ferri ha formalizzato le dimissioni in serata. L’ormai ex Ad era stato scelto da Sardegna 20venti, il movimento politico fondato dal consigliere regionale Stefano Tunis. Ferri ha cominciato così la sua lettera di addio: “È ormai trascorso un apprezzabile periodo di tempo dalla malattia e dal decesso dell’assessore Roberto Frongia (guidava i Lavori pubblici in quota Riforamtori e in virtù di quella delega in Giunta aveva la super visione di Abbanoa) e devo purtroppo registrare difficoltà crescenti nel dare attuazione all’indirizzo gestionale ed organizzativo con lui concordato. Il piano di azioni a cui ho lavorato per mettere la società nella condizione di condizione di offrire un servizio efficiente, qualitativamente ed economicamente sostenibile”. Ma “le sudcette condizioni, tra loro interdipendenti e necessarie ad avviare il cambiamento auspicato, oggi risultano decisamente deboli”.

Di qui appunto le dimissioni. A meno di un mese dalla morte di Frongia, avvenuta l’antivigilia di Natale. Ferri ha spedito la missiva ai colleghi del Cda, Racugno e Piga. Al Collegio sindacale, composto dai commercialisti Francesco Salaris, Franco Pinna e Maria Laura Vacca. All’Ente di controllo Egas, presieduto da Fabio Albieri, primo cittadino di Calangianus.

Scorrendo ancora le motivazioni dell’addio, Ferri parla anche di “resistenza al cambiamento” riscontrata all’interno della società e in qualche modo accusa i Comuni-soci, rappresentati dai sindaci, a sposare un diverso “sistemo di governo”. L’ex Ad, evidentemente, difende la propria azione, ovvero la decisione di togliere dal bilancio societario i conguagli regolatori. Si tratta dei crediti che Abbanoa vanta coi soci e attraverso i quali la società avrebbe chiuso il bilancio con dieci milioni di utili. Senza i conguagli, invece, l’esercizio finanziario – ancora quello del 2019 – registrerebbe nove milioni di perdite.

A dicembre l’intervento di Solinas, che ha dato il primo vero scossone al Cda di Abbanoa, è equivalsa proprio a uno stop sullo stralcio dei conguagli. Il presidente della Regione si è schierato al fianco dei sindaci, che sulla chiusura del bilancio 2019 in perdita non erano favorevoli. Di certo volevano capire meglio. Anche perché Racugno e Ferri non hanno mai spiegato le ragioni di questa strategia finanziaria e anche per questo Solinas l’ha affossata. Rompendo pure con l’assessore Frongia.

Sui conguagli anche Egas, l’ente di controllo di Abbanoa, si era schierato al fianco delle fasce tricolori, dopo il parere legale chiesto a uno dei massimi esperti italiani in materia di società di gestione dell’acqua. Ragion per cui Racugno, Ferri e Frongia erano stati di fatto sfiducati da Solinas con l’annullamento dell’Assemblea pre-natalizia che avrebbe dovuto portare all’approvazione del bilancio 2019. Peraltro: Abbanoa è in nettissimo ritardo sul via libera al documento contabile, proprio per via dello stralcio dei conguagli deciso dal Cda presieduto da Racugno. Il quale, a giugno 2020, ad insediamento appena avvenuto, si era rifiutato di approvare il bilancio lasciato in eredità dal precedente amministratore unico, Abramo Garau, e dall’ex Dg, Sandro Murtas.

Ferri e Racugno, ieri, hanno litigato perché durante la seduta del Cda è venuto fuori che l’Ad aveva firmato un provvedimento nel quale congelava il compenso di Racugno. Che è già pensionato e quindi non ha diritto ad altre retribuzioni. Lo ha messo nero su bianco la Corte dei conti e lo ha ribadito l’Avvocatura dello Stato. Ma non appena Racugno ha capito che Ferri non reggeva più il gioco sui propri compensi, ha minacciato di ritirtargli le deleghe di amministratore delegato. A ventiquattro ore di distanza, Ferri ha anticipato Racugno. Amicizia finita.

Con Abbanoa nel caos, i rapporti nel centrodestra si complicano. Per via di Abbanoa, Solinas e i Riformatori avevano rotto l’armonia. Anche Tunis col governatore non si sente più come un tempo. Tunis, per la causa di Abbanoa, si era allineato coi Riformatori, i quali a loro volta avevano portato Racugno dalla propria parte, una volta che l’avvocato-presidente del Cda è stato scaricato dallo stesso Solinas.

Insomma, un quadretto niente male. Racugno, con la convocazione dell’Assemblea fissata per il 26 gennaio quando ancora andava d’accordo con Ferri, voleva tendere la trappola’ a Solinas. E con loro i Riformatori e Tunis. Ma quei giochi adesso sono saltati per aria. Alla fine è un punto a favore del governatore che questo Cda non lo voleva più. E su questo il presidente della Regione si era portato dietro i sindaci. La lite Racugno-Ferri ha facilitato la missione di Solinas che stasera ha messo al sicuro Abbanoa dai tradimenti degli alleati: il rappresentante della Regione in Abbanoa sarà Quirico Sanna, l’assessore all’Urbanistica e agli Enti locali. Uno che a Solinas deve la propria esistenza politica in Regione.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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