Michela Murgia: “A dicembre tutti i nomi del mio governo”

15) Il Movimento 5 Stelle non pare avere un leader in Sardegna, ma ha comunque un seguito considerevole. Più volte avete flirtato reciprocamente, nel senso che vi siete trovati vicini in iniziative sul territorio, come ad Arborea. Hai mai parlato a quattr’occhi con Beppe Grillo o Casaleggio per chieder loro di andare a braccetto insieme alle Regionali? Ha provato a farlo? Ha intenzione comunque di farlo ?

“Non ho mai pensato neanche di farlo. Un progetto come Sardegna Possibile dialoga con tutti i sardi, anche con chi si sente rappresentato dai nuovi percorsi di protesta, ma non apre confronti con soggetti decisori esterni all’isola, che si trovino a Roma, ad Arcore, a Genova o a Milano. Il confronto con i sardi del Movimento cinque stelle è sempre aperto, ma noi ci rivolgiamo ai singoli, non ai simboli”.

16) Da quanto tempo lei è indipendentista? perché risulta che nel 2007 lei fu la presidente del comitato “Si puo’ fare” che sosteneva la campagna di Mario Adinolfi 2007 per la segreteria nazionale del Partito democratico.

“Mi fa piacere che qualcuno conservi memoria del fatto che la politica la faccio da anni, non da ieri mattina. Come quasi tutti gli indipendentisti, anche io non mi sono svegliata indipendentista nella culla. Lo sono diventata dopo un percorso in cui ho saputo mettere in discussione certe mie vecchie convinzioni. All’epoca credevo, come altri continuano a fare, che l’orizzonte riformista in cui mi riconoscevo potesse trovare casa nel centrosinistra e che lo strumento delle primarie potesse essere un’esperienza di maggiore partecipazione civica in cui anche il destino dei sardi avrebbe potuto avere il suo spazio. Mi sbagliavo. Furono invece la circostanza in cui compresi con irrevocabile chiarezza che la Sardegna, la mia terra, aveva bisogno di strumenti molto diversi per poter costruire un futuro di autodeterminazione. Per desiderare la libertà devi prima realizzare consapevolmente che sei nato in gabbia”.

17) Come valuta il fatto che praticamente tutte le forze già esistenti dell’area indipendentista, sovranista, sardista – la chiami come vuole – non aderiscono al suo progetto?

“Il progetto Sardegna Possibile si è presentato da subito come aperto, sulla base di un accordo comune tra indipendentisti e chi indipendentista non era. Agli indipendentisti in particolare abbiamo chiesto tre cose ragionevolissime: 1) accettare di fare un pezzo di strada insieme a chi, pur non indipendentista, riconoscesse il diritto dei sardi all’autodeterminazione. 2) rinunciare alla polverizzazione delle sigle per costituire un’unica lista che li vedesse uniti. 3) che i vecchi leader facessero un passo indietro a vantaggio dei giovani del loro partito. Sulla base di queste richieste molti indipendentisti senza sigla si sono avvicinati al progetto e stanno lavorando con noi. Quelli che non lo hanno fatto avranno le loro ragioni, ma non spetta a me valutarle: lo faranno gli elettori.

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