Un robot per monitorare le malattie delle greggi grazie all’analisi del latte

Gli allevamenti ovini e caprini sardi presto potranno disporre di un nuovo e innovativo strumento per il monitoraggio delle principali patologie, tra le quali le lentivirosi “Visna Maedi” negli ovini e “Caev” nei caprini. Un robot, realizzato dal Dipartimento di Veterinaria dell’Università di Sassari assieme alla ditta Nurex, consentirà di analizzare il latte di un intero gregge di modo da poter acquisire le informazioni su dna e rna virale degli eventuali patogeni. Lo strumento permetterà ad ogni allevatore di avere un quadro delle caratteristiche del suo latte e delle eventuali patologie per le quali si potrà, in un secondo momento, decidere di effettuare ulteriori analisi mirate per singolo capo per poi intervenire tramite metodi sanitari adeguati.

La malattia

Il problema nasce da una patologia infettiva chiamata lentivirosi che ha un lungo periodo di incubazione e la capacità di elaborare una strategia per sfuggire ai meccanismi immunitari di difesa dell’ospite di modo da replicarsi continuamente. La trasmissione avviene esclusivamente attraverso liquidi corporei e qualsiasi fattore che faciliti questi scambi su larga scala può favorire il nascere di una epidemia. Nella pecora è responsabile del Visna Maedi e nella capra della artrite encefalite virale (Caev). La Visna Maedi è stata riscontrata per la prima volta in Islanda e fino a fino a qualche anno fa era completamente sconosciuta negli allevamenti sardi. Nell’Isola è arrivata passando dalla Germania e da tre anni si è trasformata in un autentico incubo per gli allevatori: al momento non c’è cura e tantomeno vaccino. Anche la Caev, nei caprini, è una malattia infettiva di recente segnalazione che colpisce soprattutto le razze da latte. Ugualmente per questa patologia non c’è cura o vaccino.

Il piano

Il progetto, dal titolo “sviluppo di un modello di applicazione di strategie di controllo delle lentivirosi ovine e caprine fondate sulla profilassi diretta, su un corretto management aziendale e sulla selezione genetica”, vuole dare una mano d’aiuto al comparto ovicaprino contrastando proprio queste patologie. Il piano, nato su segnalazione di molti allevatori del comparto, consiste in un programma di monitoraggio che metterà sotto la lente d’ingrandimento alcuni allevamenti ovini, in una prima fase 20, con il fine di programmare degli interventi di prevenzione in autocontrollo aziendale. Ha spiegato Marino Contu, direttore di Ara Sardegna: “Il sistema, una volta implementato nella routine, semplificherebbe gli attuali approcci diagnostici per le patologie in allevamento. Attualmente la strumentazione è in fase di collaudo presso il laboratorio di analisi Ara Sardegna. Contiamo di validare la procedura entro 12 mesi in modo da dare un servizio utile agli allevatori”. Il progetto permetterà di passare da una sorveglianza passiva ad sorveglianza attiva intervenendo in autocontrollo sulla salute degli animali. “Un approccio preventivo non sanitario – dice Antonello Carta, coordinatore scientifico del programma – che permetterà di intervenire prima che si sviluppino le patologie”.

Il controllo

Al programma di monitoraggio seguirà l’applicazione di un modello di controllo che valuti i costi vivi e le complicazioni nella gestione aziendale nonché le modalità di organizzazione collettiva di gruppi di allevatori in una logica di analisi costi-benefici. Verranno inoltre valutate le possibilità e l’efficacia della selezione di marcatori genetici implicati nelle resistenza a queste patologie. I vantaggi del progetto sono molteplici. Dal lato degli allevatori avranno minori costi sui trattamenti, una tempistica di risposta ridotta (1 giorno) per le analisi ed interventi immediati sui capi malati. “Ma soprattutto – aggiunge il coordinatore – dal lato del consumatore, si avrà una qualità del latte superiore”. Obiettivo quest’ultimo che indirizza le produzioni ovicaprine verso un miglioramento della qualità in risposta alla richiesta dei consumatori di avere prodotti con qualità organolettica e igienico-sanitari superiori. Condizioni queste che si aggiungono ad un ambiente che garantisce il pascolo naturale e a un sistema allevatoriale che non ha mai conosciuto zootecnìa intensiva, ma che anzi si fonda sul corretto equilibrio tra uomo, animali e ambiente. Grazie allo studio si acquisiranno importanti informazioni sulla prevalenze dei lentivirus. Ad esempio saranno acquisite informazioni sulle caratteristiche genetiche relativamente alla predisposizione o resistenza a contrarre le infezioni. “Sarà questo studio che ci permetterà di sviluppare un modello di controllo delle malattie fondato sulla selezione genetica come già realizzato con successo per la Scrapie – continua il coordinatore scientifico del programma, che aggiunge –. Gli allevatori sardi saranno affiancati da un nuovo metodo di monitoraggio: avremo un quadro preciso del “carico” di patologie quali mastiti, paratubercolosi, agalassia contagiosa, borderdisease, bluetongue, schmallenberg, anaplasmosi e altre malattie”.

Prospettive

Le attrezzature saranno utilizzate nel laboratorio di Nuraxinieddu, a pochi chilometri da Oristano, ma – aggiunge il direttore di Ara Sardegna – “con i progressi che fa la tecnologia non si esclude che in futuro si possa produrre uno strumento di pronto utilizzo da parte dell’allevatore”. Il progetto è stato finanziato dalla regione Sardegna con un importo di 200.000 euro. “Grazie ad un finanziamento del Centro Regionale di Programmazione – si legge nella nota – all’Agenzia Agris”. Hauna durata di 36 mesi e tre sono gli attori. L’Agris, che coordinerà il progetto, gli studi genomici e la verifica del modello di controllo delle patologie. L’università degli studi di Sassari, il Dipartimento di Medicina veterinaria, che coordinerà le attività relative alla tecniche analitiche sui latti massali e gli aspetti sanitari del piano di controllo. L’Ara Sardegna che svolgerà le attività di estrazione degli acidi nucleici,e la formazione ed informazione degli allevatori.

Alessandro Ligas

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