I tumori al cervello nei ratti sono aumentati del 3 per cento a causa delle onde elettromagnetiche. Ma sono vere anche due considerazioni. Primo, i roditori non usano i cellulari. Secondo, sono più resistenti degli uomini. Ma allora il telefonino fa male o non fa male? Anche dopo la ricerca presentata oggi a Cagliari da Olle Johansson, professore associato della Karolinska Institutet di Stoccolma, nel corso di un convegno organizzato da Fondazione Taccia e Fidapa Cagliari intitolato “Con la testa sul collo, cellulari e nuovi stili di vita”, il punto di domanda rimane. Un dubbio c’è, però. E allora è necessario fare qualcosa di più. “Le evidenze scientifiche degli effetti sulla salute dei campi elettromagnetici creati dall’uomo – spiega il luminare scandinavo – richiedono un nuovo approccio per la protezione della salute pubblica. Dobbiamo proteggere l’accrescimento, dalla prima vita fetale a a tutto lo sviluppo nell’età infantile attraverso dei forti interventi preventivi”. Ancora: altri ricercatori hanno evidenziato come batteri esposti a telefoni cellulari e a radiazioni wi-fi diventassero più resistenti agli antibiotici. Dallo scienziato svedese un avvertimento molto chiaro: “È urgente e necessario che nuovi standard relativi all’esposizione del pubblico a queste radiazioni vengano adottati per la protezione del pubblico a livello mondiale”. E non si deve perdere il punto: “Non è nell’interesse dei cittadini attendere oltre. È anche necessario che vengano messi a punto i progetti di ricerca completamente indipendenti da interessi di tipo commerciale perché la salute pubblica non ha prezzo ed è estremamente importante che gli scienziati coinvolti in questi progetti siano liberi da ogni condizionamento e finanziamenti siano al 100% pubblici”. Il convegno è organizzato da Giorgio Tore, direttore della Struttura complessa di Otorinolaringoiatria e maxillo-facciale del Santissima Trinità di Cagliari. Nel mirino i nuovi stili di vita. Non solo esposizione alle onde elettromagnetiche: anche troppo alcol e alimentazione sbagliata aumentano le percentuali di rischio tumore.
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