Surf, da Alghero la svolta sostenibile: tavole in sughero con un’anima verde

Innovazione, sostenibilità ambientale, performance: la rivoluzione del surf parte da Alghero. Sono nate le nuove tavole ‘eco-friendly’ (rispettose della natura) con un’anima in sughero, prodotte da Alterego. Un progetto finalizzato a coniugare il rispetto per la natura e resa sportiva, con una tavola da surf prodotta con materiali a chilometro zero. “Per noi la sostenibilità non è uno stile, ma una costante che è presente in tutti gli aspetti del nostro ciclo produttivo – spiega Alessandro Danese, general manager dell’azienda –. La tavola viene creata da pani in Eps, il polistirene espanso sinterizzato, acquistato a Ottana, e in azienda ricicliamo oltre l’ottanta per cento degli scarti di produzione. Ogni tavola viene quindi laminata con una bio-resina e la sua struttura portante, diciamo le sue fondamenta, sono costruite con il sughero, un materiale duttile ed elastico, che viene comprato in Gallura“.

L’azienda ha sede nella zona industriale di Alghero, a una decina di minuti dalle spiagge della città e dalle onde del nord Sardegna. Un sogno diventato realtà nel 2017 grazie all’investimento dei fondatori della società Italian Waves e al contributo di Invitalia. Oggi nella factory Alterego si continua a fare ricerca, guidati da una mentalità ecologica e con l’obiettivo di produrre tavole veloci e stabili. I riconoscimenti ufficiali sono già arrivati: l’azienda è stata infatti selezionata come finalista nella sezione Innovazione Blu del Premio Costa Smeralda 2019.

“Il nostro team è composto da giovani sardi con delle solide esperienze professionali – continua Danese –. La linea di produzione è diretta da Michele Piga, esperto di laminazione con un background professionale nel settore degli yacht, e le tavole vengono testate in acqua continuamente da Giovanni Cossu, uno degli atleti più forti della Sardegna, da Andrea Costa, giovane agonista ligure che partecipa al campionato italiano, e dal kitesurfer Fabrizio Piga, anche lui impegnato nel tour italiano. Una parte fondamentale della ricerca è stata affidata a Luca Oggiano, ingegnere che si divide tra la Norvegia e l’Australia”.

 

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