Siddùra, sistemi all’avanguardia per superare le criticità dell’agricoltura in Sardegna

Siccità, erosione del terreno e zone impervie: i problemi dell’agricoltura sarda incidono sempre di più sulla capacità produttiva delle campagne. Siddùra, l’azienda vinicola di Luogosanto, ha sviluppato importanti progetti per affrontare e superare le difficoltà, creando dei vantaggi che incidono sulla qualità del prodotto. “Per riuscire a creare vini di altissima qualità – spiega Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddùra – abbiamo sviluppato metodi di lavorazione per superare le difficoltà delle zone svantaggiata, in questo modo abbiamo saputo valorizzare il territorio sardo trasformando le criticità in specifici valori aggiunti”.

Per ridurre l’erosione del terreno causato dalle piogge, Siddùra utilizza uno strumento innovativo nell’agricoltura sarda: l’aratro talpa, il quale consente di creare un tunnel sotterraneo di 70 centimetri che serve per drenare e raccogliere l’acqua piovana canalizzandola verso le radici della pianta. L’aratro talpa è composto da una punta metallica, che effettua un taglio verticale nel vigneto e una campana che crea il solco di 70 centimetri in profondità in cui si convogliano le acque. Il sistema consente anche l’ottimizzazione nell’utilizzo delle acque piovane, rispetto all’irrigazione artificiale, perché le prime contengono un maggior numero di sostanze nutritive per la vigna. “L’impiego di questo attrezzo su terreni in pendenza aiuta il controllo e la gestione di criticità improvvisa – sottolinea Luca Vitaletti, agronomo di Siddùra – perché prevenire è sempre meglio che curare”.

Per far fronte ai problemi provocati dall’erosione, Siddùra ha poi sviluppato un nuovo sistema di inerbimento controllato con la semina di piante di trifoglio favino, che proteggono il terreno limitandone l’erosione e impedendo, di conseguenza, il trascinamento a valle della parte più superficiale (ma anche più produttiva) del suolo. Di fronte alla grave siccità di quest’anno, questa soluzione ha consentito di ottimizzare le risorse idriche, di superare le fasi più difficili e, infine, di produrre un vino di altissima qualità. Il territorio su cui sorge la cantina Siddùra è inoltre sottoposto a stringenti vincoli idrogeologici che l’azienda affronta e supera attraverso l’uso di tecniche biologiche. Pur essendo un’azienda “convenzionale”, l’azienda di Luogosanto ha scelto una lavorazione del terreno basata su tecniche di intervento di tipo biologico: l’uso di concimi non chimici, l’inerbimento, l’interceppo e pochissimi solfiti.

La Cantina gallurese, di recente ha introdotto un’altra innovazione nella commercializzazione del vino: la bottiglia da mezzo litro, in aggiunta alle classiche da 0,75 cl e al formato Magnum. La bottiglia da mezzo litro si presta bene a molteplici occasioni, è un prodotto flessibile e adattabile alle varie situazioni conviviali, non a caso nasce dall’esigenza di rispondere alle sollecitazioni di un mercato sempre in evoluzione, che chiede continuamente nuove soluzioni per poter degustare i vini secondo i propri tempi, i propri spazi e le proprie capacità. Siddùra ha quindi scelto di offrire una nuova opzione, pensata per il consumatore singolo o per la coppia. Per il lancio della novità, sono stati scelti un rosso e un bianco: da oggi, è possibile ordinare una bottiglia da mezzo litro del Cannonau Fòla oppure del Vermentino di Gallura Spèra. La qualità del vino è identica: nuovo formato, stesso risultato. Un grande vino, in una piccola bottiglia.

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