Samsung premia i baby programmatori dell’istituto comprensivo 3 di Quartu

“App..erò”, mai esclamazione – nata come simpatico nomignolo di battesimo della loro app – si rivelò più calzante. È quello che devono aver pensato gli alunni dell’istituto comprensivo tre di Quartu Sant’Elena che si sono aggiudicati una classe digitale messa in palio da Samsung Italia nell’ambito del concorso “Smart Grid”, riservato alle scuole elementari e medie di tutta Italia. Il progetto quartese, esempio concreto e non slogan tarocco di buona scuola, è entrato fra i dieci ritenuti migliori sui 350 totali arrivati alla giuria ed è stato premiato con un arredamento tecnologico: lavagna con schermo touch, un tablet per ogni alunno e un pc per l’insegnante che deve tenere la lezione e potrà guidare l’attività didattica. Da quaderni, penne e gessetti all’hi-tech in pochi istanti. La dotazione, tra l’altro, consentirà all’istituto di far parte del progetto “Smart Future”, nato nel 2013 con l’obiettivo di incoraggiare la digitalizzazione del sistema scolastico italiano.

Protagonisti di questo piccolo miracolo ventotto studenti – tra gli undici e i quattordici anni di età – e un docente, Piero Piasotti, che in venti ore di corso li ha guidati dalla teoria alla pratica della programmazione informatica. Il risultato è stato un’applicazione per smartphone e tablet Android “App..erò” che ha sbaragliato la concorrenza. Il percorso è stato fatto in orario extra scolastico: tra marzo e maggio, per due volte la settimana, i ragazzi e le ragazze divisi in due gruppi hanno dedicato dieci ore allo studio del programma Scratch – realizzando un videogioco ispirato alla saga “The Hunger Games” – e altre dieci alla programmazione, realizzando l’app per Android. «“L’ora del codice” – spiega Piero Piasotti, professore di matematica e di scienze con il pallino dell’informatica – è stata un’avventura straordinaria il cui valore va al di là del riconoscimento. Per tre mesi siamo riusciti, grazie anche all’apporto di altri colleghi, a mettere in piedi una serie di attività che hanno appassionato allievi certamente non innamorati della scuola. Averli motivati a frequentare assiduamente, per giunta fuori dall’orario canonico delle lezioni, è il risultato più gratificante».

Ma non l’unico: il corso, infatti, ha stimolato la socialità e potenziato le competenze. «Chi ha partecipato – sottolinea Piasotti – si è divertito imparando con la teoria e con la pratica a scomporre problemi complessi e a rafforzare le abilità logiche».

A fare la differenza è stata l’originalità della proposta: «Siamo stati gli unici tra i 350 concorrenti, tra cui venti istituti sardi, a realizzare un’app. Abbiamo caricato  quattro funzioni: calcolatrice vocale, imitatore, formulario di geometria e mago virtuale; tutti elementi molto semplici che avevano lo scopo di far acquisire capacità specifiche nell’ambito della programmazione. Alcuni alunni sono ora in grado di costruirsi autonomamente delle semplici applicazioni».

Con l’ingrediente fondamentale della passione: «Credo che la didattica tradizionale non sia sufficiente; oltre alle materie – conclude Piasotti – dobbiamo insegnare una cosa ben più importante, l’autostima. Solo se sapremo infondere fiducia nei loro mezzi a questi ragazzi e a queste ragazze potremo dire di aver contribuito a crescere persone migliori in grado di affrontare con lo spirito giusto tutte le sfide della vita».

Giovanni Runchina

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