Apparecchi volanti non autorizzati che spiano la città o sorvolano gli aeroporti. È l’ipotetico – ma evidentemente temuto – scenario alla base di Radardrone, progetto tecnologico di sistemi di intercettazione di droni. Il programma, finanziato da Sardegna Ricerche e sviluppato dall’Inaf e dall’osservatorio astronomico di Cagliari insieme all’Universitá del capoluogo, si è concluso dopo tre anni.
Nel corso delle prove sono stati simulati diversi scenari, riproducendo quelle che sono le reali condizioni operative che normalmente potrebbero presentarsi in un normale scenario urbano o aeroportuale, le aree solitamente considerate più sensibili all’intrusione di droni non autorizzati. I prototipi, che si basano rispettivamente sullo sviluppo di un Radar commerciale marino a compressione di impulsi operante in banda X e sulle potenzialità offerte da schede di acquisizione dati di tipo commerciale operanti in banda C, hanno mostrato una significativa capacità di rilevamento dei droni, confermando i buoni risultati già evidenziati nel corso dei test preliminari condotti nelle aree di pertinenza dell’Inaf-Oac.
Ora saranno necessari ulteriori passi avanti per portare i nuovi sistemi ad un livello tale da poter essere commercializzati e utilizzati con successo nelle aree più sensibili. Gli obiettivi- spiegano i responsabili dell’iniziativa – sono stati raggiunti anche grazie alla collaborazione con il Distretto Aerospaziale della Sardegna (Dass) e alla conseguente disponibilità dell’aviosuperficie Aliquirra (all’interno del Poligono di Quirra, in Ogliastra), indispensabile per i test sugli aeromobili. I sistemi radar sono stati testati, in una prima fase nell’area dell’Inaf Osservatorio Astronomico di Cagliari a Selargius.
Necessari anche spazi di volo sufficientemente ampi, così il 27 novembre 2020 si sono svolti i test operativi di funzionamento dei prototipi nell’aviosuperficie dell’Asd Aliquirra di Perdasdefogu. Durante le ultime prove – effettuate con il nulla osta del Poligono Interforze di Salto di Quirra, in base all’accordo quadro firmato nel 2018 tra il ministero della Difesa e il Dass – sono state fatte volare diverse tipologie di apparecchi a varie quote e velocità.