I nuovi grani ‘Nuraghe’ e ‘Shardana’, genetica sarda applicata all’agricoltura

La sperimentazione genetica in agricoltura “made in Sardinia” mette a punto due nuove qualità di grano duro e una di erba medica. I tre brevetti sulle sementi sono stati già registrati dall’agenzia Agris della Regione che ha presentato i risultati della ricerca svolta nell’azienda sperimentale San Michele di Ussana, a circa 20 chilometri a nord di Cagliari. La registrazione riguarda i semi dei grani Nuraghe e Shardana e dell’erba medica ‘Prato sardo‘: tre varietà che sono state testate prima in laboratorio e poi sul terreno e che hanno dato buoni riscontri sull’adattabilità e resa in diversi contesti ambientali dell’Isola.

Il tutto migliorando il patrimonio genetico delle tre varietà che potranno essere usate liberamente dagli agricoltori sardi che ne faranno richiesta. Le novità sono state illustrate in un incontro con il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, e il direttore generale di Agris, Roberto Zurru. Nell’azienda di Ussana le prime sperimentazioni risalgono agli anni ’30. Almeno otto i brevetti, alcuni dei quali ormai scaduti, sono stati realizzati in questo centro di eccellenza. Varietà che sono state esportate anche nella Penisola e che oggi sono ritenute il top dei grani duri. Tra gli altri proprio da Ussana arriva il grano Karalis che oggi rappresenta circa un sesto della produzione di farine per prodotti da forno.

La ricerca rappresenta “un tassello davvero essenziale per evitare di rimanere indifesi davanti alla concorrenza internazionale”, ha detto Pigliaru. “Dalla ricerca, che è già un valore in sé, ma da solo insufficiente – ha proseguito -, è importante fare un ulteriore sforzo collettivo per capire come mantenere o rilanciare il settore cerealicolo in Sardegna. Sappiamo che la produttività è migliorata, ma registriamo anche una forte riduzione della superficie coltivabile, avvenuta tra il 2008 e il 2011. Serve la condivisione di tutti, coltivatori, industriali, politica, su un vero ‘piano industriale’ del comparto, che individui su quali azioni, quali tecnologie, quali mercati di sbocco puntare insieme per guadagnare competitività e quote di mercato, per espandere la produzione puntando sulla qualità e su margini adeguati. Abbiamo un potenziale importante – ha concluso Francesco Pigliaru – come testimoniano questi nuovi prodotti con caratteristiche uniche, ed è importante valorizzarlo”. “L’iscrizione di queste nuove varietà premia il lavoro e riconosce le preziose attività di ricerca svolte in questi anni dagli studiosi di Agris – ha osservato l’assessore Caria – La mancanza di unità fra gli agricoltori indebolisce ancora di più la fase di contrattazione del prezzo, soprattutto del grano duro, nella fase della vendita. Creare massa critica fra i produttori primari è la vera scommessa che deve affrontare tutto il settore. Come politica – ha aggiunto – abbiamo cercato di sostenere il comparto dopo aver incontrato e sentito i portatori di interesse. Abbiamo approvato proprio ieri una delibera che con oltre 1 milione di euro sostiene le filiere dei grani antichi, cereali minori, grano tenero e leguminose da granella. La prossima settimana porteremo in Giunta un’altra delibera che con 1,6 milioni di euro sostiene la filiera del grano duro. Siamo disponibili a ragionare – ha concluso Caria – su proposte e idee che vengano dal basso e che riguardino anche l’avvio di Organizzazioni di produttori”.

 

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