Nasce My Solar Family: l’idea sarda per far guadagnare col fotovoltaico

Si chiama My Solar Family e parte dalla Sardegna l’idea vincente che punta a far guadagnare davvero con gli impianti fotovoltaici. Il progetto punta sui principi di sharing economy applicati al fotovoltaico. Gratuita, rivoluzionaria, interattiva: My Solar Family nasce dall’intuizione di un giovane ingegnere di Nuoro. È destinata a cambiare l’impatto energetico degli impianti fotovoltaici residenziali grazie a consulenze gratuite, fornite su app per smartphone che risolvono i problemi di gestione dell’impianto e puntano a ottimizzare la produzione energetica facendo diventare remunerativo l’investimento. Si tratta di un sistema di consulenza gratuita ideato e messo a punto, tramite apposito algoritmo e necessario brevetto, da un ingegnere di 35 anni di Nuoro, Paolo Zurru, laureato a Bologna e con alle spalle una forte esperienza gestionale dell’energia fotovoltaica in Emilia Romagna. Zurru è tornato in Sardegna un anno fa e nell’isola ha concepito My Solar Family, ovvero un sito e una applicazione per smartphone messi gratuitamente a disposizione dei cittadini. Il progetto ha vinto il premio green all’interno del contest internazionale “La battaglia delle idee” organizzato da Ninjamarketing, la scorsa settimana a Milano.

Cosa è e come funziona My solar Family.

Un privato installa l’impianto sul suo tetto. Il sistema funziona, e di questo, il proprietario, ne è consapevole. Ma non sa se sta funzionando bene o male. E quanto? Male o così così? Son ben pochi – casi rari – i proprietari di un impianto in grado di rispondere a questa domanda. Da oggi, potranno farlo tutti: è sufficiente visitare il sito www.mysolarfamily.com e scaricare la app. Paolo Zurru spiega: “Inseriscono le credenziali del proprio impianto. A questo punto il software provvede, per conto loro, a scaricare sia un riassunto degli incentivi ottenuto con il Conto Energia sia le informazioni necessarie per fare l’analisi delle prestazioni”. “L’analisi è basata su un metodo che ho progettato e brevettato e su dati sperimentali che ho acquisito in oltre dieci anni di lavoro nella ricerca sul fotovoltaico – spiega Zurru – in pochi minuti i proprietari sono messi a conoscenza delle
prestazioni del loro impianto: se sta funzionando bene, apparirà una faccina sorridente e verde; se va così così, faccina gialla e perplessa; se il rendimento si discosta eccessivamente dal previsto, faccina rossa e triste”. Inoltre, questi dati vengono elaborati e resi comparabili con quelli di altri impianti che si trovano nella stessa città o zona ristretta, per eliminare del tutto i dubbi relativi alle particolari condizioni meteorologiche di ciascuna area.,Pertanto, dal proprio divano, senza spendere un euro e senza fatica, il proprietario dell’impianto saprà come sta andando la macchina.

La produzione di energia visualizzata in un sito web

Oltre questo sul sito web è possibile vedere la propria produzione di energia ed il proprio autoconsumo, primo passo verso l’autonomia energetica. Questa fase risponde all’esigenza di dare consapevolezza, prima di passare alla risoluzione dei problemi. Sul sito web dedicato a My solar Family c’è già una sorta di Faq, quindi una lista dei problemi più comuni e probabili su cui si può intervenire. Se invece non si trova una soluzione perché il problema è meno banale, allora bisogna necessariamente contattare un tecnico. E su My solar Family ci sarà a breve la lista degli impiantisti che lavorano in zona, vecchi e nuovi, affermati e meno conosciuti. “Per entrare nell’elenco, però, gli installatori devono abbonarsi– spiega Zurru – per mantenere il saldo in attivo è necessaria la sottoscrizione degli abbonamenti agli installatori, ma i prezzi sono più che popolari”.Nella terza fase infine si proporranno soluzioni per ottenere definitivamente l’autonomia energetica compiendo così il tanto desiderato processo di democratizzazione dell’energia. “Se i proprietari di fotovoltaico dovessero gestire il proprio impianto al meglio, produrrebbero di più e guadagnerebbero di più – spiega Zurru – la società otterrebbe immediatamente un primo vantaggio: la produzione di energia rinnovabile italiana relativa al fotovoltaico salirebbe sensibilmente rispetto all’attuale 8,7 per cento del totale sarebbe un bel contributo in termini di produzione di energia solare, quindi pulita. Senza tralasciare che i tecnici manutentori avrebbero molto più lavoro. La mia sfida è quella di creare una coscienza ecologica che abbia effetti concreti sulla produzione di energia e, al tempo stesso, creare una comunità consapevole – conclude l’ingegnere nuorese – in cui gli installatori e i loro clienti possano cooperare insieme verso il comune obiettivo dell’autonomia energetica”.

Dall’espansione del fotovoltaico alla creazione del business

In diversi Paesi gli impianti fotovoltaici di piccola e media taglia hanno contribuito a determinare nuovi assetti nella produzione energetica delle Nazioni. In Italia, per il momento, l’espansione del fotovoltaico ha originato una rivoluzione concettuale (i cittadini che diventano singoli produttori di energia elettrica) ma nei fatti non pienamente compiuta. Tra il 2006 e il 2013 in Italia si è verificato un vero boom del fotovoltaico: in pochi anni sono stati acquistati e installati oltre 600 mila impianti che hanno trasformato comuni cittadini in produttori di energia con la possibilità di rendersi in parte autonomi dai maggiori fornitori. Il fotovoltaico rappresenta in questo momento l’ 8,7 per cento della produzione totale italiana. Nel nostro Paese, la trasformazione da consumatori passivi a consumatori e produttori si è compiuta solo per metà: solo una parte dell’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico viene infatti effettivamente consuma in loco, la maggior parte viene immessa nella rete elettrica. L’autonomia energetica tanto auspicata è quindi stata raggiunta solo in parte e i piccoli produttori di energia fotovoltaica hanno dovuto mantenere attivi i loro contratti per l’acquisto di energia elettrica dalle grandi utility.

Giandomenico Mele

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