Una App “etica” nata in Sardegna che, nell’era degli smartphone e dei tablet, può essere la risposta a chi chiede una mano. Per far che cosa? Piccole faccende domestiche ad esempio: un trasloco, lavori di giardinaggio o l’organizzazione di un mercatino di beneficenza nel quartiere. L’applicazione si chiama “Mano” e il primo prototipo sarà presentato, dopo la partecipazione all’ultimo Startup weekend organizzato da Open Campus di Tiscali, sabato prossimo nel corso delle iniziative per Santa Teresa laboratorio aperto promosse dal Comune di Cagliari. L’idea di base è quella dell’aggiudu torrau (aiuto restituito), una consuetudine delle campagne sarde. Uno scambio di favori, insomma, non quantificabile in denaro. L’obiettivo ora, riportando la filosofia di fondo tra i palazzi, è quello di agevolare, approfittando del lato social delle nuove tecnologie, la nascita di una rete di contatti nei quartieri residenziali urbani. Una realtà fatta di vicini di casa che spesso nemmeno si conoscono. Con rapporti che a volte si limitano a un veloce ciao o buonasera. Mano nasce dalla fusione di due team: da un lato due sviluppatori e un illustratore di Tiscali (Ernesto Puddu, Sergio Picciau e Riccardo Atzeni) dall’altro tre architetti del collettivo Sardarch (Matteo Lecis Cocco-Ortu, Nicolò Fenu e Francesco Cocco).