Mitzas: l’intelligenza connettiva per un’economia di reti

È stato un successo la 3 giorni dedicata all’economia, alla cultura, ai dibattiti “Mitzas Sorgenti di Cambiamento” il festival organizzato da Sardex in collaborazione con EjaTv, con il patrocinio della Regione, delle Università di Cagliari e Sassari, di Finsardegna, Digipay4growth, Stro (Social trade organization), Sardegna Teatro ed Eja Energia.

L’argomento principale è stato “l’intelligenza connettiva”. Concetto coniato dal filosofo e sociologo Derrick De Kerckhove che vede l’intelligenza del singolo come, in qualche modo, il frutto di un processo di scambio, di dialogo e di connessione tra i singoli che esistono soltanto in relazione tra loro. Una moltiplicazione delle intelligenze le une in rapporto alle altre.

Partendo da queste riflessioni si è parlato di economie di rete come modo che integra il sistema monetario attuale. Oggi “la finanza svolge male il suo lavoro” ha detto Luca Fantacci dell’Università Bocconi di Milano “ma, nonostante questo” prosegue il docente “rimane in vita e si autoalimenta lo stesso, a causa anche del sistema degli istituti di credito e in particolare con gli interventi della Banca centrale europea (Bce)”. Ha aggiunto “Il nostro sistema monetario non funziona. Compito del denaro dovrebbe essere quello di linfa del sistema come mezzo che permette alle merci di viaggiare. Però manca la circolazione del denaro che si sottrae all’economia reale.

Sistemi diversi e forme nuove che trovano linfa nei circuiti di credito commerciale come il Sardex in Sardegna, ma anche il Piemex.net in Piemonte, Circuitolinx.net in Lombardia, Abrex.net in Abruzzo, Liberex.net in Emilia Romagna, Marchex.net nelle Marche, Tibex.net nel Lazio, Samex.net nel Molise e Felix.net in Campania, soltanto per citarne alcuni. Circuiti che riescono a generare transazioni che si attestano tra le 500 mila e 1.400.000 € generando complessivamente transazioni per oltre 6 milioni di euro.

L’INTERVISTA a Pasquale Pilla di Felix.net

I pilastri. Ma cosa fa sì che questi circuiti di credito commerciale abbiano successo? Georgios Iosifidis (Yale University) e Panayotis Antoniadis (Politecnico di Zurigo) hanno messo in evidenza le caratteristiche principali raggruppando le motivazioni in tre grandi pilastri. Il primo è la fiducia che il circuito è riuscito a generare tra gli utilizzatori dando loro sicurezza e un senso di appartenenza ad una rete reale di persone che nessuna carta moneta è riuscito a dare, dal pubblico è stato sottolineato come “Sardex, al di là del sistema economico, è uno strumento di aggregazione che coltiva la fiducia ed i sistemi”. Il secondo è stato la sua assenza di connessioni politiche, il circuito, sottolinea Antoniadis, è “nato proprio in un periodo di crisi, quando le persone avevano più bisogno” e risponde quindi a un bisogno reale e concreto degli iscritti. Il terzo pilastro  – prosegue Antoniadis – è dato dal fatto di non chiedere somme per le transazioni: “mossa fondamentale per questo sistema di moneta”.

Anche l’Unione Europea si è accorta della potenzialità di questi circuiti di credito commerciale attraverso il progetto “DigiPay4Growth” (“Pagamenti digitali per la crescita”) che ha l’obiettivo principale di sostenere le economie locali e generare più attività economica tramite l’utilizzo di innovativi sistemi di pagamento e networking. Un programma a cui hanno aderito sei Paesi europei: Italia, Spagna, Regno Unito, Austria, Olanda e Polonia. Per l’Italia è coinvolta la Sardegna con Sardex in partnership con la Regione Sardegna e con il Centro Regionale di Programmazione. Il progetto ha l’obiettivo di aiutare la pubblica amministrazione a essere più snella, rapida nelle decisioni e fungere da snodo e facilitatore nello sviluppo. IMG_1640

Il progetto è stato suddiviso in tre parti e per ora sono state completate le prime due: il sistema di funzionamento della Pubblica amministrazione e gli scenari che permettono di risolvere le problematiche legate all’accesso al credito. La terza fase, quella della sperimentazione, dovrebbe partire entro la primavera del 2016 ed alla fine dell’anno si dovrebbero avere già i primi risultati.

Il festival è stata l’occasione anche per dare poter dialogare con le due università sarde ma soprattutto per mettere in evidenza le opportunità che le imprese possono avere entrando in relazione con la ricerca. Dal dibattito sono emerse diverse criticità soprattutto dal punto di vista comunicativo, le ricerche svolte all’interno degli atenei non riescono a superare le barriere della stessa ricerca e restano imbrigliate all’interno degli istituti. Come l’anagrafe della ricerca, strumento non è agevole per tutti coloro che, lato impresa, vogliano interrogarlo. Tuttavia sono emersi anche aspetti importanti di apertura verso l’esterno. Ad esempio l’Università di Cagliari, il 5 e il 6 novembre, presso il Caesar’s Hotel, incontrerà le imprese e le associazioni di categoria per discutere le connessioni e i possibili sviluppi tra il mondo universitario e quello imprenditoriale. L’Università di Sassari ha ricordato che recentemente è stato inaugurato il loro FabLab ed ha attivato un incubatore. Infine si è ufficialmente dato l’appuntamento per il 29 Ottobre, a Sassari, per l’ottava edizione della finale regionale della Start Cup Sardegna.

Al festival è intervenuto anche il presidente della regione Francesco Pigliaru. Economia di rete che “creano valore internazionale e fanno della Sardegna una regione di frontiera sia all’esterno ma soprattutto all’interno per scambiarci la fiducia” ha detto il presidente dando uno spaccato dell’isola non completamente nero. Il docente ha riportato l’attenzione sul progetto DigiPay4Growth, progetto che dà lustro all’isola e la mette all’avanguardia, e ha sottolineato le prospettive che la sharing economy apre per il futuro sviluppo dell’isola. Ha parlato anche di insularità, un problema reale che rende difficile collegarsi con i grandi network e per questo, confrontandosi con tre ministri per parlare della vertenza Sardegna, ha chiesto 3 cose: una continuità territoriale da e per la Sardegna non solo per i residenti, un intervento deciso nella rete ferroviaria di modo che si possa collegare Cagliari e Olbia in 2,15 ore e Cagliari e Sassari in 1,59 ed infine il metano da far arrivare nell’Isola con un gasdotto da Piombino a Olbia.

Parlando di start up e di innovazione ha ricordato che sebbene in Sardegna le start up sarde incidano sul 2,7% del dato nazionale questo risultato “è una buona base di partenza. Ma continuo a pensare che sia necessario rafforzare comunque il sistema del venture capital”. Ed ha annunciato un progetto legato al mondo delle Start Up in cui i Venture Capital, che hanno la sede in Sardegna, e che decideranno di investire in nuove aziende sarde avranno un ulteriore finanziamento della Regione e, rivolgendosi ai VC, ha detto “se venite in Sardegna condividiamo il rischio”.

Il festival si è chiuso con la presentazione dei risultati e le novità che il circuito Sardex ha in programma. Nell’ultimo anno c’è stato un ampliamento della base associativa del circuito in termini di imprese e di conti collegati ai lavoratori. I risultati attuali dicono 3.000 aziende iscritte e 1.700 conti attivi (dopo 700 registrati lo scorso anno). In chiusura Giuseppe Littera, founder e CTO Sardex.net, ha annunciato una nuova veste grafica della piattaforma con strumenti più flessibili e nuove funzionalità. Importanti novità anche per il mobile dove verrà implementata l’app con la possibilità di poter pagare con nuove carte sardex contactless che trasformeranno lo smartphone in un poss. Inoltre in collaborazione con l’Università di Yale si stanno studiano strumenti all’avanguardia.

Alessandro Ligas

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