In Sardegna esempi di Scuola 2.0: didattica hi-tech e niente classi

È aperta da luglio 2015 e nasce dalla ventennale esperienza nel mondo della scuola dell’infanzia della direttrice Enrica Corbia. Esperienza combinata con le idee di un team di giovani architetti, Fabrizio Pusceddu, Lino Cabras, Silvia Farris e da quelle del figlio Alberto Melis che, sulla scia dei più importanti e riconosciuti indirizzi pedagogici, hanno costruito un ambiente a misura di bambino. Si tratta della cagliaritana UP School.

Uno nido di infanzia, una scuola materna ed anche una scuola primaria paritaria dove vengono messe in primo piano la creatività del bimbo ed il suo modo di esprimersi in modo equilibrato. Alla base c’è un progetto didattico che tiene conto delle più recenti scoperte in campo neuroscientifico, dell’apporto delle nuove tecnologie dell’informazione, dell’importanza del controllo del benessere fisico e psicologico degli allievi che si realizza grazie ai tre assi fondamentali della scuola: spazi, didattica e tecnologie.

Spazi. Il modello educativo è stato riorganizzato nei processi d’insegnamento e pone come base del ragionamento la rottura del paradigma classe-aula rendendolo un ambiente flessibile e polivalente dove i gruppi di studenti si compongono e si scompongono a seconda degli interessi e delle competenze.

Didattica. L’insegnamento è fatto seguendo i programmi ministeriali, ma affrontandoli tramite modelli di insegnamento avanzati. La scuola è strutturata per centri di apprendimento, laboratori, suddivisi per aree tematiche: scientifica e logico matematica, creativa, multimediale e interattiva. A cui si affiancano anche le attività sportive, attività di rilassamento, come lo yoga, ma anche attività che si incentrano nella cura di un orto didattico. Inoltre al sottolivello della scuola è presente una piscina interna per lo sviluppo dell’acquaticità.

Nuove tecnologie. Nei programmi didattici viene rafforzato l’uso delle nuove tecnologie come strumenti utili e integrati all’interno delle attività quotidiane. Tavoli touchscreen, che mostrano all’occorrenza una mappa interattiva del mondo, che sostituisce vecchio il mappamondo e le cartine geopolitiche dell’Europa, delle aule scolastiche, ma anche giochi e strumenti didattici. Inoltre sono al servizio dei giovani alunni stampanti e schermi 3D, con set di occhialini, di modo da poter studiare, ad esempio, il corpo umano in tutta la sua complessità. Ma anche proiettori con tecnologia Kinect, che rilevano i movimenti dei presenti ed interagiscono con loro, e lavagne interattive multimediali.

Una scuola che prende spunto dagli istituti del Nord Europa, scuole nuove senza pareti e senza classi, dove la tecnologia è un tutt’uno con la didattica, come la Vittra School Telefonplan di Stoccolma, in Svezia. Un nuovo modello di scuola che si mostra anche quando si parla di sicurezza. Infatti, esperti informatici sotto la guida del responsabile ed ideatore Paolo Garau, stanno sviluppando un sofisticato sistema di “Smart Cities Nazionale”, selezionato dal Miur ed ora in fase di sviluppo. “Per il futuro” conclude Alberto Melis “il passo successivo è sicuramente l’apertura delle scuole medie e superiori”.

Ma, sebbene, sia partita con mezzi e tempi diversi, anche la scuola pubblica porta avanti progetti simili. Originariamente c’erano i fondi delle classi 2.0, poche classi in tutta la Sardegna, che sono serviti per sensibilizzare e creare un sistema, grazie a dirigenti illuminati e a docenti precursori, di diffusione delle pratiche che coinvolge la quasi totalità dei docenti. Oggi ci sono diversi bandi Miur che, con fondi dedicati, come il Pon ed il Piano Nazionale Scuola Digitale, permettono diverse esperienze di innovazione.

La scuola pubblica. Nella scuola pubblica non è possibile non citare due esempi di avanguardie educative come l’esperienza di Anna Rita Vizzari che all’Istituto Comprensivo di Sestu, dal 2007, ha avviato una didattica che normalizzasse l’uso dei dispositivi (con il Byod), del web e dei social, o Enrica Ena dell’Istituto Comprensivo di Iglesias che usa edmodo in classe, una piattaforma didattica che consente di gestire la propria classe come gruppo virtuale, e fa flipped classroom, ovvero la “classe capovolta“, che inverte il tradizionale schema di insegnamento ed apprendimento, facendo dell’aula non più il luogo di trasmissione delle nozioni ma lo spazio di lavoro e discussione dove si impara ad utilizzarle nel confronto con i pari e con l’insegnante. Una rivoluzione della scuola pubblica che non passa per le riforme ma per la sperimentazione quotidiana degli insegnanti.

Alessandro Ligas

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