Disidratazione reversibile nuova frontiera per conservazione di cellule e gameti

Sino ad oggi per conservare, in maniera sicura e per lunghi periodi di tempo, il materiale biologico si è usata la crioconservazione (-196 °C). Un metodo efficace ma altamente oneroso dal punto di vista economico. Da domani, però, le tecniche di conservazione potrebbero essere basate sulla disidratazione reversibile in cellule e gameti (spermatozoi) di mammifero. È l’idea di base dei ricercatori del progetto Drynet a cui partecipa anche l’Università di Cagliari con Alberto Cincotti, docente di Principi di Ingegneria chimica al Dipartimento di Ingegneria meccanica, chimica e dei materiali. Sarà proprio Cincotti a rappresentare, giovedì 26 aprile, l’Università sarda al primo meeting intermedio tra i partners del progetto.

Il professore (nella foto) illustrerà l’attività di modellistica matematica dei fenomeni chimico-fisici e biologici sviluppata come supporto, guida e ottimizzazione dei protocolli sperimentali testati in Drynet. Si tratta di un progetto di ricerca avviato a marzo dello scorso anno e che avrà durata quadriennale con un finanziamento di 896mila euro da Horizon2020, Marie Skłodowska-Curie Action Rise ‘Research and Innovation Staff Exchange’.

Al progetto sta lavorando un gruppo interdisciplinare di ricercatori degli enti partner della rete internazionale: gli atenei di Teramo (coordinatore), di Cagliari e di Modena, l’Università di Burgos (Spagna), la Chulalongkorn University (Tailandia), l’Institute of ArgoBiological Sciences (Giappone) e le aziende Avantea srl (Italia), Biotalentum limited (Ungheria), Imagene Limited (Francia).

In pratica Drynet intende essere il primo passo per trasformare il biobanking in un sistema diffuso e accessibile sfruttando la tecnologia con notevoli risparmi sui costi e con un basso impatto ambientale. L’idea è quella di imitare la natura, dato che l’essiccazione reversibile è un fenomeno naturale e fisiologico: alcuni organismi, chiamati “anidrobionti” e appartenenti sia al regno vegetale sia a quello animale, sono in grado di preservarsi allo stato anidro per lunghi periodi, anni, decenni, e in alcuni casi, millenni.

 

 

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