Cento imprese sarde alla Borsa Italo-Araba: agroalimentare e biomateriali gli assi dell’Isola

Rapporti più stretti tra la Sardegna e il mondo arabo nei campi dell’agrifood, dell’information and communications technology e dell’edilizia. Più che di un auspicio, si tratta dell’inizio di un percorso che dal pomeriggio di oggi porterà circa 100 imprese sarde a parlare di business con i rappresentanti delle trenta aziende algerine, tunisine, marocchine, iraniane, saudite e qatariote presenti alla seconda Borsa internazionale delle imprese italo-arabe. Questo è il vero obiettivo dell’incontro della Camera di Commercio Italo-Araba organizzato a Cagliari.

Ed è così che l’Unione dei pastori di Nurri valuterà l’opportunità di esportare i propri formaggi in Libano ed Egitto, mentre la 3A guidata da Francesco Casula si muove nell’ottica di sbarcare con i propri prodotti nella penisola araba. C’è poi il polo della bioedilizia sardo Edizero (con le ramificazioni “Edilatte”, “Edilana” ed “Editerra”), che siederà al tavolo con aziende e studi di architettura interessati alle produzioni certificate petrol-free. Vale a dire pitture traspiranti di calce, latte e miele, finiture a base di terra cruda e olio di oliva, pavimenti di frutta e verdura. O lana di pecora utilizzata come coimbentante. In altri termini, biomateriali capaci di coniugare sostenibilità ambientale ed elevatissime prestazioni tecniche. Insomma, dopo i successi dell’Expo, durante il quale Edizero ha rappresentato la Sardegna a Palazzo Italia, il distretto sardo suscita interesse anche nei paesi arabi.

Dall’altra parte ci sono gli iraniani della Faria Group international, interessati ad acquisire know how per la produzione di energia da fonti rinnovabili: il governo iraniano ha già messo a correre 60 milioni di euro per la riconversione energetica di edifici abitativi e commerciali. E gli investimenti verranno aumentati da qui a poco, spiega Faria Ojani della Faria, gruppo di aziende attivo in diversi settori produttivi, tra cui quelli della moda, della cosmetica e delle apparecchiature elettriche. Non mancano, poi, le aziende libanesi interessate ai prodotti lattiero caseari, in modo particolare ai derivati del latte di capra, che in Sardegna hanno conosciuto un vero e proprio boom negli ultimi anni. E, ancora, società e studi di architettura interessati a sperimentare biomateriali alternativi. Insomma, l’Istituto europeo di design di Viale Trento – dove si sta svolgendo la Borsa internazionale – è in queste ora un crocevia di business-men di provenienza diversa e con diverse aspirazioni, tutti accomunati, però, dalla volontà di stringere accordi con realtà diverse da quelle di appartenenza.

Insomma, la parola d’ordine è internazionalizzazione, come indicato anche dalla Regione, che entro la fine del mese lancerà i primi bandi per accompagnare e rafforzare l’ingresso delle micro, piccole e medie imprese nei mercati internazionali.

All’incontro di stamani, per la giunta Pigliaru c’era l’assessore ai Lavori Pubblici Paolo Maninchedda, chiaro nell’affermare che “la capacità degli imprenditori può essere accompagnata, ma non generata. Per fortuna, nell’Isola non mancano degli ottimi esempi”.

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