Servitù militari, i beni ceduti dalla Difesa abbandonati e depredati

Sono 48 i beni militari passati in mano alla Regione dopo gli accordi siglati nel 2008 e rinnovati negli anni successivi. Ci sono caserme, palazzine, alloggi, capannoni, intere aree dismesse, torrette, fari, poligoni di tiro, piccoli ospedali e depositi. Strutture la cui manutenzione, ma anche la sorveglianza, erano a spese della Difesa e delle Forze armate, ma che passate in mano al Demanio e alla Regione, sono finite per pesare sulle già magre casse pubbliche.

La coperta è corta, soprattutto se si pensa che ogni stabile deve essere in qualche modo ristrutturato e bonificato prima di destinarlo ad un uso diverso da quello per cui era stato realizzato. Ed è proprio l’aspetto dei costi che ha influito in passato e probabilmente continua a farlo oggi quando si parla della cessione dei beni delle Forze armate alla collettività. Molti, infatti, non sono stati incorporati proprio a causa dell’eccessivo costo che le amministrazioni, regionale o comunale, avrebbero dovuto sostenere e quelle ‘poche’ che sono passate immediatamente in mano alla Regione , in molti casi, non hanno ancora trovato la giusta destinazione: sono in balia delle intemperie, dei vandali e in completo stato di abbandono.

Sardinia Post si è soffermata su alcune di queste strutture per dimostrare quanto ancora non è stato fatto. L’esempio, sotto gli occhi di tutti i cagliaritani, è l’area di Monte Urpinu, dove si trovava il gigantesco deposito di carburanti dell’Aeronautica militare, che da oltre dieci anni attende di essere riqualificato. È stato infatti ceduto dal Demanio militare alla Regione Sardegna nel 2011 e da allora è stato al centro di progetti e iniziative. A dicembre del 2020 la Giunta regionale, con una apposita delibera ha deciso di assegnare quello spazio a Cral e Cra Sardegna che vorrebbero realizzare in quell’area, grande 2,4 ettari, campi da tennis, padel e calcio, giardini e orti.

Un progetto imponente che ha anche già l’ok del Comune. Ma anche questa idea, al momento, si è arenata a causa di un ricorso al Tar. La delibera firmata dalla Giunta è stata infatti impugnata dalla società sportiva Blu Tribune. Secondo quanto riportato dall’Unione Sarda lo scorso 9 settembre, la società ricorrente lamenta che l’assegnazione da parte della Regione sia avvenuta senza svolgere alcuna gara, alla quale loro avrebbero potuto partecipare perché in possesso di tutti i requisiti. Secondo gli avvocati che rappresentano la Blu Tribune, Matilde Mura e Giulia Atzori, sarebbero stati violati il codice dei contratti pubblici e la normativa comunitaria in materia di concorrenza. Spetterà adesso al Tar decidere, intanto la gigantesca area è in stato di abbandono. Tutto è stato danneggiato dai vandali, i ladri di metallo hanno fatto razzia di ogni cosa, il resto lo hanno fatto il maltempo, la pioggia e il vento. L’area non è stata occupata solo grazie alla vigilanza, pagata dalla Regione, che controlla il perimetro.

Il costo per la collettività del solo servizio di guardiania è, da quanto si apprende, di circa 300 mila euro l’anno. Basta fare una rapida moltiplicazione per capire quanto denaro è stato gettato alle ortiche negli ultimi dieci anni. Rimanendo a Cagliari, tra le strutture passate immediatamente dalle Forze armate alla Regione, c’è lo stabile ex Cral di via dei Conversi, occupato abusivamente, o c’è l’alloggio ufficiali che si trova davanti alla caserma Ederle, passato in mano alla Regione che aveva annunciato lavori di ristrutturazione ancora mai partiti, oppure la torretta per la contraerea a Sant’Elia passata all’agenzia del Demanio e, infine l’ex ospedaletto di vico III Merello completamente abbandonato.

È della scorsa settimana la mozione, presentata dai consiglieri comunali Marcello Polastri e Loredana Lai, per l’affidamento degli immobili comunali alle associazioni cittadine per farne una sede di attività di pubblica utilità. “Tantissimi immobili dislocati nel territorio comunale sono attualmente chiusi, inutilizzati. Alcuni esempi: l’ex carcere di Buoncammino, le pertinenze esterne all’ospedale San Giovanni di Dio, le servitù militari che potrebbero passare dalla Regione alla disponibilità del patrimonio comunale e poi – ha spiegato Polastri – tanti giardini, aree verdi e altri spazi all’aperto annessi a questi edifici, potrebbero divenire nuovamente utili e curati, per farne un uso pubblico condiviso, anche per attività associative, sportive e ricreative”. La mozione è stata approvata dal Consiglio comunale di Cagliari, bisognerà adesso capire se troverà effettiva applicazione.

Un altro esempio di aree consegnate alla collettività dalle forze armate, in questo caso degli Stati Uniti,e poi abbandonate è l’ex base Usaf sul monte Limbara a Tempio Pausania di cui Sardinia Post aveva già ampiamente parlato. L’ex sito militare, prima della dismissione, era utilizzato come ponte radio tra Stati Uniti e Medio Oriente. Delle gigantesche antenne paraboliche, degli alloggi dei militari e di tutte le strutture sono rimaste solo macerie, metallo arrugginito e inquinante. Dal 1994, data in cui gli Usa hanno riconsegnato l’area allo Stato italiano, nessuno ha più fatto controlli e chiunque ha potuto depredare quanto di valore era rimasto. Attualmente ha l’aspetto di una discarica a cielo aperto che spesso qualcuno utilizza anche come set cinematografico o per qualche video da post apocalisse.

“Lascia molto interdetti il fatto che dopo gli slogan dei politici mirati a riappropriarsi dei beni del demanio militare, non ci sia nulla, non ci sia programmazione e pianificazione degli interventi da fare – dice Stefano Deliperi presidente del Gruppo di intervento giuridico -. Chiediamo la dismissione di queste aree e poi non facciamo nulla. L’ex deposito carburanti dell’Aeronautica a Monte Urpiniu, in una zona importante di Cagliari, potrebbe essere utilizzata per tantissime cose, ma ancora non è stato fatto niente. Avevamo avanzato una proposta di housing sociale che avrebbe risolto il problema di tante famiglie”. Secondo Deliperi “se la destinazione dell’area è pubblica, deve rimanere tale – evidenzia – ci si possono fare uffici regionali, una zona verde aperta a tutti, si può avviare un progetto di housing sociale, ma per fare interventi di questo genere ci vuole un programma ben preciso”.

Per quanto riguarda la situazione dell’ex base Usaf del Monte Limbara precisa: “Gli americani non hanno eseguito le bonifiche, c’erano gli strumenti giuridici per farlo, ma non è stato fatto”. Secondo Deliperi è inutile insistere per accaparrarsi tutti i beni del Demanio militare “se poi non ci facciamo nulla, senza progetti concreti sono solo ulteriori oneri per la Regione”. (4-Fine)

Manuel Scordo

manuel.scordo@sardiniapost.it

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