Insar, bilancio inchioda centrosinistra: ‘Altro che utile, ecco 1,3 mln di perdite’

Doveva essere il bilancio della risalita. La prova della “società risanata“. Così, in una lunga lettera a Sardinia Post, aveva scritto a maggio 2019 Paola Piras, allora appena dimissionaria dall’incarico di amministratore delegato di Insar, la società partecipata dalla Regione a cui il nostro giornale aveva dedicato in quei giorni più di un approfondimento, proprio per contestare la gestione della manager che aveva replicato piccata agli articoli minacciando azioni legali. Invece passato un anno e mezzo, adesso che sul sito di Insar è stato pubblicato il bilancio riferito a quel periodo, il collegio sindacale inchioda la Piras. E con lei il centrosinistra che l’aveva nominata, su proposta dell’ex governatore Francesco Pigliaru.

Serve una premessa per capire la gravità della situazione all’Insar: la Piras si era dimessa all’improvviso il 16 maggio 2019, lasciando la patata bollente degli ‘strani’ conti in mano alla nuova assessora regionale al Lavoro, Alessandra Zedda,  cui spetta la super visione di Insar visto che la società sviluppa progetti a sostegno dell’occupazione. Una volta ‘fuggita’ la Piras, la Giunta di Christian Solinas aveva nominato un commissionario, proposto dalla stessa Zedda. Scelta ricaduta su Carlo Iadevaia (tuttora in sella), a cui è stato affidato il compito di traghettare la società verso la liquidazione. Dei conti precisi, però, in quel momento nulla si sapeva ancora nulla di ufficiale.

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Adesso che i documenti contabili sono invece online sul sito di Insar, ecco emergere la situazione della società. Si tratta di un vero e proprio j’accuse ricostruito coi numeri. L’ha messo nero su bianco il Collegio sindacale, ovvero la terna di commercialisti cui spetta la verifica sulla legittimità dei conti. Intanto: a pagina 3, a più riprese, si parla di “criticità” che vengono dettagliatamente esposte qualche riga più sotto. In particolare: “L’analisi in parola ha evidenziato significative differenze nell’iscrizione di ricavi delle vendite e delle prestazioni”, quantificati “dagli amministratori in euro 1.736.878”, mentre le somme accertate “dal liquidatore” sono risultate pari a “euro 391.204”. Per “amministratori” sono da intendersi la Piras e il Cda, composto allora anche dal presidente Romano Benini e dal consigliere Luca Spissu, l’uno scelto da Anpal Servizi, socio di minoranza col 44,61 per cento di quote; l’altro rappresentante della Regione che detiene la maggioranza del pacchetto azionario, col 55,39 per cento. Il liquidatore in questione – che ha corretto il bilancio della Piras, a ben vedere non approvabile – è appunto Iadevaia.

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Per ricostruire al centesimo quell’enorme differenza tra la cifra inserita nel bilancio e la consistenza reale della posta (lo scarto è pari a 1.345.674 euro), bisogna incrociare la relazione del Collegio sindacale con quella somma ‘gonfiata’ e che faceva sembrare il bilancio in attivo, ha ricostruito ancora il liquidatore, allegando uno specchietto.

Infatti: l’Insar si sarebbe dovuta occupare di dare gambe ai progetti Ico, LavoRas e GeoParco. Ovvero interventi a sostegno del lavoro commissionati dalla Regione e per i quali Insar avrebbe preso dei soldi. Ma quando venne redatto il bilancio 2018, quelle risorse finanziarie erano state ‘caricate’ nel documento contabile, ma non accreditate. O perché l’attività andava ancora svolta da Insar o perché i progetti stessi dovevano ancora essere realizzati. Precisamente: sul Ico figuravano nel bilancio 787.624 euro, invece nessuna somma era nella disponibilità di Insar. Su LavoRas, nel documento contabile vennero inseriti 819.672 euro, invece la cifra realmente trasferita era di quasi un terzo, pari a 305.918 euro. Stessa storia – sebbene con numeri diversi – col progetto Geoparco. Così si arriva appunto ai 1.345.674 euro che erano nel bilancio 2018 senza motivo, risulta dagli atti pubblici.

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Da qui l’utile di esercizio che la Piras aveva infilato nel proprio documento contabile, pari a 24.330 euro, è andato erodendosi perché frutto di una sovrastima e senza alcuna aderenza con la realtà, non di un dato oggettivo. E infatti il segno positivo dei conti non ha tardato a lasciare spazio a un profondo rosso che il liquidatore Iadevaia ha quantificato alla fine della fiera in una perdita di 1.367.173 euro. Quella è la vera eredità lasciata all’Insar dalla Piras e dal centrosinistra.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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