Dall’Arst alla presidenza della Regione: manager in carica, ma sotto processo

Sono le nomine che fanno più discutere. Storie di manager ingaggiati dalla politica malgrado abbiano un processo in corso per reati che riguardano proprio la gestione di soldi o di patrimoni pubblici. Nulla di penalmente rilevante: non si è colpevoli sino a quando una sentenza non possa in giudicato, uno dei principi su cui fondano le democrazie moderne. Il problema, piuttosto, riguarda l’etica, l’opportunità politica di certe scelte, un perimetro culturale che non è regolato per legge, ma da cui si può misurare il grado di civiltà di un Paese. O più in generale di una amministrazione pubblica.

In Sardegna, all’interno della Regione, si contano tre casi: due sono nomine fatta dal Pd nella precedente legislatura; la terza è stata voluta dal governatore Chrstian Solinas. Partendo dal contratto più vecchio, il primo manager in carica che ha un processo aperto è Chicco Porcu, amministratore unico di Arst dal 12 settembre del 2017. Porcu –  per dieci anni consigliere regionale, fedelissimo di Renato Soru sino a quando, politicamente, non si era innamorato di Matteo Renzi – fu nominato quando ancora era solo indagato per peculato aggravato nell’ambito dell’inchiesta sui fondi ai gruppi della massima assemblea sarda. Proprio per evitare una valutazione troppo severa, il Pd siglò un patto tra gentiluomini con l’allora presidente Francesco Pigliaru, cui spettava firmare il decreto di nomina. Si decise che Porcu assumeva sì l’incarico all’Arst, ma in caso di rinvio a giudizio si sarebbe dimesso.

Il 17 maggio del 2018, l’accusa contro il manager dell’Arst è stata confermata dal gup di Cagliari, Roberto Cau. Ma Porcu non ha mai lasciato il posto nella spa del trasporto pubblico, dove porta a casa ogni anno 110mila euro lordi. E ne avrà ancora per altri sedici mesi almeno, dal momento che il suo mandato finirà solo con l’approvazione del bilancio 2020, quindi ha tempo sino al giugno del 2021. Il Pd, malgrado quell’accordo con Pigliaru, non ha mai pensato che fosse un dovere rispettarlo. Ma soprattutto Porcu si è guardato bene dal fare il passo indietro promesso. Nell’inchiesta sui fondi ai gruppi il manager Arst deve rispondere di peculato per una cifra pari a 172.173 euro.

Seguendo l’ordine temporale, in carica malgrado il rinvio a giudizio c’è pure Tarcisio Agus, presidente del Parco geominerario della Sardegna. Quando Agus venne nominato dalla Regione il 29 giugno del 2017, anche lui in quota Pd, si trovava nella  nella stessa situazione di Porcu. Anche Agus, non ricandidato alle Regionali del 2014, era ugualmente indagato per peculato aggravato nel’ambito dell’inchiesta sui fondi ai gruppi e attendeva la decisione del Gup. Il 17 maggio del 2018, nella stessa udienza davanti al giudice Roberto Cau, pure per Agus è arrivato il rinvio a giudizio. Agus, a differenza di Porcu, deve però rispondere di una cifra piccola, pari a 4.509 euro.Ma la poltrona al Parco geominerario non l’ha lasciata neppure lui (anche se sul caso non si è mai apertura una discussione tra Pd e Pigliaru).

È invece di luglio 2019 la nomina di Franco Magi nell’ufficio di gabinetto del presidente Solinas. Magi è stato scelto come consulente e ha un compenso annuo lordo di 100mila euro. Magi è amico di Solinas dall’infanzia (entrambi sono cresciuti nel borgo di Poggio dei Pini, eremo residenziale a una ventina di chilometri da Cagliari). Il consulente, sempre per il tramite di Solinas, venne nominato alla guida dalla società regionale Sardegna.It ed è finito a processo per una vicenda legata a quel mandato. Il caso giudiziario è conosciuto come Affittopoli e riguarda la gestione di un  bando per la locazione di un immobile da trasformare in sede della società pubblica. Vinse la gara l’Immobiliare europea dell’editore Sergio Zuncheddu, a giudizio insieme a Magi e ad altre sette persone. Il consulente di Solinas, che è pure consigliere comunale a Capoterra ed è entrato l’altro giorno nella Giunta della Città metropolitana, deve rispondere di concorso in turbata libertà degli incanti. Per la nomina di Magi e quella dell’altro consulente Christian Stevelli, c’è un’indagine della Procura che ha indagato Solinas contestandogli il (presunto) abuso d’ufficio.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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