Covid-19 negli ospedali, altro aumento. E la Regione toglie i dati dal suo report

Sono arrivati a 216 gli operatori sanitari che hanno contratto il coronavirus negli ospedali della Sardegna, mentre lavoravano in corsia. Il dato è contenuto nel Bollettino di sorveglianza integrata che l’Istituto superiore di sanità (Iss) pubblica due volte a settimana. Si tratta di un approfondimento sulla progressione dell’epidemia nelle venti regioni italiane e include l’aggiornamento dei contagi tra medici, infermieri e oss, i più esposti al coronavirus e per questo le Assl avrebbero dovuto garantire da subito, e non solo con innaccettabile ritardo, i dispositivi di protezione individuale. Dai calzari alle visiere.

Martedì scorso i casi tra il personale sanitario erano 200, pari al 40,81 per cento. Adesso i numeri assoluti continuano ad aumentare, anche se la percentuale si è abbassata perché in tutta la Sardegna cresce il totale degli infetti. Nello specifico, i 216 contagi valgono il 34,01 per cento. Una diminuzione comunque importante, a cui hanno contribuito i medici dell’Esercito, arrivati in Sardegna proprio per contenere l’avanzata del Covid-19 negli ospedali. In particolare in quelli del nord dell’Isola, tra Sassari, Alghero, Ozieri e Olbia.

È dal 20 marzo che Sardinia Post sta dedicando inchieste e approfondimenti all’epidemia negli ospedali, che rappresenta il grosso della diffusione del coronavirus nell’Isola. Un vero e proprio caso nazionale perché la Sardegna ha fatto registrare da subito il peggior dato d’Italia e così è tuttora. Un primato negativo su cui la stessa Regione ha dapprima provato a minimizzare, quindi ha omesso i numeri. Poi l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, ha detto che l’unico dato fornito ai giornalisti sugli “oltre 200 contagi” era stato sovrastimato per errore (qui la dichiarazione del 26 marzo scorso).

Proprio il Bollettino dell’Istituto superiore di sanità ha permesso al nostro giornale di poter realizzare una verifica puntuale e certa sui casi negli ospedali, visto che la Regione, anche quando ha diffuso i dati, come accaduto il primo aprile, ha reso pubblici numeri inferiori rispetto a quelli certificati dall’Iss, massimo organo di garanzia nell’analisi dei contagi. Dal 2 aprile, guarda a caso, dal report che la Giunta diffonde quotidianamente, è letteralmente spartito il grafico sui contagi tra il personale sanitario (come si può facilmente verificare anche consultando il pdf di ieri, l’ultimo inviato dall’Ufficio stampa).

I 216 casi contenuti nell’ultimo Bollettino di sorveglianza integrata sono riferiti ai 635 contagi. Quindi ai numeri che nell’Isola si sono registrati tra il 28 e il 29 marzo. Adesso gli infetti sono arrivati a quota 907. Ma, come spiegato più volte, l’Iss non approfondisce i dati in tempo reale. Il tipo di analisi svolta dall’Istituto superiore di sanità richiede diversi giorni di elaborazione, proprio a garanzia della massima trasparenza dei dati e della loro correttezza.

In Sardegna l’aumento dei contagi totali è determianto anche da un’altra emergenza che sta assumendo proporzioni drammatiche: sono i contagi nelle case di riposo per anziani, dove si stanno registrando numeri su cui anche le Procure della Sardegna hanno cominciato a puntare i fari. Le strutture più colpite sono a Sassari, Ossi, Bitti e Sanluri.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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