Agli avvocati della Regione un bonus milionario. In nome del risparmio

La delibera è una, la sorpresa doppia. Due giorni prima di Capodanno, la giunta regionale ha messo a correre 800mila euro. Una bella cifra, considerato che è stata stanziata sulla scorta di una legge nazionale varata con lo scopo di tagliare le spese. E qui sta la prima sorpresa. La seconda arriva quando, impegnati in un gravoso slalom col burocratese, si scopre che si tratta di un bonus per nove funzionari e tre dirigenti dell’ufficio legale della Regione. Che però – ed ecco il secondo colpo di scena – esiste solo sulla carta, de facto. I dodici sono stati assunti tramite concorsi generici e non già, come prevede la legge, attraverso selezioni ad hoc. E come siano arrivati nel ‘dorato’ ufficio, rimane un mistero irrisolto. Da quarant’anni. Perché questa vicenda nasce mica oggi: ogni giunta regionale ha ereditato il problema – dagli anni ’80 – e nessuno vi ha messo mano. Tutti fedeli custodi del quieto vivere. “Verissimo – dicono oggi fonti vicine agli inquilini di viale Trento – e infatti vogliamo fare chiarezza. Entro la fine della legislatura”. Nel frattempo, però…

Renzi mette un tetto alle spese: in Regione ci costruiscono su un palazzo

Nel 2014 il governo Renzi (Dl 90, articolo 9) decide di sforbiciare drasticamente gli emolumenti liquidati alle avvocature degli Enti pubblici: i ‘premi’ destinati ai legali – ad esempio per una causa vinta o compensata – non possono superare lo stipendio. E quali ‘premi’ ci sono in Regione? Nessuno. Fatta eccezione per le cause vinte – a quanto risulta, raramente recuperate – gli avvocati di viale Trento percepiscono esclusivamente lo stipendio, secondo singolo contratto, e ‘premio produzione’. Dalle controversie compensate invece – vale a dire i procedimenti in cui ogni parte in causa liquida gli onorari ai rispettivi avvocati – non guadagnano un quattrino. E questo dal 2006, per legge (art. 20, comma 23): la decisione fu assunta dall’allora governatore Renato Soru per tagliare le spese. Insomma: la Regione Sardegna, in materia di spending review per gli uffici legali aveva già imboccato una strada virtuosa. Ammesso che gli stipendi in questione fossero – e siano oggi – consoni al ruolo. E così non pare proprio, come si vedrà. Detto ciò: il 29 dicembre scorso, su proposta del vicepresidente Raffaele Paci, la situazione cambia drasticamente e la giunta decide di ‘ripristinare’ i premi anche per le cause con le spese compensate (ma non solo). L’effetto è retroattivo: si pagano quelle del 2015 e quelle del 2016, con uno stanziamento ad hoc di 800mila euro. Eppure non risulta che la norma varata undici anni fa dalla giunta Soru sia stata abolita o modificata. A far da paravento è “il decreto Renzi”, spiegano.

Piccoli particolari, grossissimi dubbi

Ai piani alti della Regione – probabilmente mal consigliati – sfuggono però alcuni particolari. Il primo: nel decreto si dice che le prescrizioni non devono essere in contrasto con “le norme regolamentari o contrattuali vigenti”. E nel ‘caso Sardegna’, come visto, la norma vigente non prevede il pagamento delle cause compensate. Poi si legge che lo stanziamento (oggi: 800mila euro) non deve superare quello del 2013. E quanto bilanciava la Finanziaria della Regione Sardegna quattro anni fa? Zero euro. Infine, nella probabile ottica di anticipare qualche azzeccagarbugli, l’allora Presidente del Consiglio faceva annotare in calce un concetto terra terra: “Dall’applicazione del suddetto decreto non devono derivare minori risparmi”. Nel frattempo, risultano già liquidati assegni per decine e decine di migliaia di euro.

Avvocati bistrattati. O funzionari privilegiati

Intanto però, visto che il contratto è quello da funzionario – fatti salvi i tre dirigenti che incassano circa 10mila euro al mese – i componenti dello staff legale hanno una busta paga che si aggira sui 1.500 euro, quando di norma per un avvocato assunto in un ente pubblico si parla di compensi difficilmente al di sotto di diverse migliaia di euro. E questo particolare è oggettivamente iniquo, per professionisti che difendono gli interessi della Regione in cause spesso milionarie (a maggio il finale di partita sul lodo da 84 milioni con l’immobiliarista Gualtiero Cualbu per l’affaire Tuvixeddu). Tralasciando il fatto che, per legge e codice deontologico, lo staff legale di una pubblica amministrazione non può afferire agli uffici politici e il responsabile dell’ufficio è primus inter pares, il problema sta alla radice, ché come detto non è mai stato bandito un concorso dedicato. Risulta, al contrario, che nel 2004 la maggior parte degli avvocati ora in forza nello staff legale della Regione abbia passato un concorso per funzionari amministrativi. Idonei all’assunzione: 181. Firmarono quasi tutti, anno dopo anno. Una decina è finita nello staff legale, altri fanno gli ‘avvocati’ con la laurea in tasca e la calcolatrice in mano in un assessorato qualunque. Grati del diploma in Ragioneria.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

 

Foto Roberto Pili

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