Opere d’arte destinate al mercato nero: fermato lo zio della bimba scomparsa

Non è riuscito a monetizzare il suo ‘colpo’ sul mercato nero, il cittadino bosniaco Dragan Ahmetovic, 32 anni, residente a Selargius, fermato dalla polizia del commissariato di Quartu. Per lui l’accusa è la ricettazione di opere d’arte, tra cui due quadri della chiesa di Sant’Avendrace, raffiguranti una natività e l’immagine stessa del santo. L’uomo, però, è anche coinvolto nella vicenda che riguarda l’omicidio di Esperanza, la bimba di 20 mesi scomparsa nel dicembre del 2017, quando era stato incendiato il furgone dove viveva la famiglia. Ahmetovic, infatti, ha  minacciato di morte un suo connazionale che aveva testimoniato nel procedimento penale in cui è coinvolta la sorella, e madre della piccola, Dragana Ahmetovic accusata insieme al marito Slavko Seferovic dell’omicidio volontario della bimba.

A far scattare le indagini che hanno permesso di ritrovare le opere d’arte rubate, è stato proprio un video, pubblicato sui social, in cui il 32enne aveva minacciato di morte il testimone. Dragan Ahmetovic, “rivolgendosi a diverse famiglie della comunità rom ed esternando un atteggiamento spregiudicato tipico del boss – spiegano dalla Polizia – mostra un fucile calibro 12, con relativo munizionamento e, prendendo posizione nei confronti del connazionale, con veemenza manifesta chiaramente la volontà di esplodergli sei colpi sul volto”. Il fucile nel corso delle perquisizioni non è stato recuperato, ma le prove del suo possesso, oltre alle testimonianze acquisite, sono state recuperate dagli agenti del commissariato: un’ogiva rinvenuta all’interno di una bombola gpl, utilizzata come bersaglio durante alcune esercitazioni a fuoco effettuate nei primi di aprile.

L’uomo dovrà anche rispondere di altri reati tra cui l’aver creato una discarica abusiva, il possesso di armi comuni da sparo e munizioni e minacce aggravate. Dall’analisi del telefonino di Ahmetovic è poi emerso il suo coinvolgimento nel furto e nella ricettazione delle due opere d’arte. I quadri, risalenti rispettivamente al 700 e all’800, erano conservati in alcuni locali a Selargius, da dove a inizio gennaio erano stati rubati. Ieri sono scattate le perquisizioni in collaborazione con i poliziotti del reparto Prevenzione crimine Sardegna, il Nucleo Cinofili della Polizia di Abbasanta e il Gabinetto regionale di Polizia scientifica. Il 32enne, ormai con le spalle al muro, ha consegnato spontaneamente i quadri rubati. Le due opere d’arte – quella relativa a Sant’Avendrace e una delle pochissime raffigurazioni del Santo – adesso torneranno alla collettività e ai fedeli.

GUARDA IL VIDEO DELLE MINACCE E IL RECUPERO DEI QUADRI

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