La Regione accelera sulle zone franche doganali e promuove sul campo la società ‘Cagliari free zone’ – nata nel 2001 con l’obiettivo di realizzare la Zfd al porto commerciale del capoluogo – trasformandola in ‘Sardegna free zone’. Lo prevede l’articolo 16 del Collegato alla Finanziaria 2013 così come approvato dalla giunta Cappellacci. Prima di diventare operativo, il ddl dovrà passare al vaglio del Consiglio regionale. La data della prossima convocazione sarà decisa giovedì prossimo, durante la riunione dei capigruppo.
La nuova sigla dovrà gestire tutta la trafila per centrare l’obiettivo dell’istituzione delle zone franche doganali non solo a Cagliari dunque, ma anche nei porti commerciali di Portovesme, Oristano, Porto Torres, Olbia e Arbatax. A guidare la ‘Sardegna free zone’ saranno le autorità portuali, la Regione e i consorzi industriali interessati, che secondo le indicazioni dell’esecutivo diventeranno ‘Aziende distrettuali di sviluppo industriale’.
L’istituzione delle zone franche doganali costituirà un indubbio vantaggio fiscale per le merci importate da aree extra Ue dirette in Paesi che non fanno parte dei confini Schengen, come Turchia o Africa. Le merci prodotte e vendute in Europa rimarranno invece soggette alla pressione fiscale attuale.
Prima di poter essere completamente operativa, la ‘Sardegna free zone’ dovrà attendere la modifica del decreto con cui, il 7 giugno 2001, la Presidenza del Consiglio dei ministri accordò il via libera alla zona franca doganale. Il provvedimento dovrebbe essere modificato su proposta della giunta regionale entro due mesi.
Infine, la dotazione finanziaria: la nuova società di gestione, così come indicato nel Collegato, potrà contare su uno stanziamento straordinario di 100mila euro per “gli interventi infrastrutturali e per quelli riguardanti la delimitazione, la sorveglianza e la sicurezza delle zone franche”, mentre ulteriori 100mila euro annui copriranno gli oneri di funzionamento della società.
