Comincia a scaldarsi l’ambiente nel mondo dei pastori sardi in previsione della visita della ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova che domani arriverà a Cagliari. All’incontro parteciperanno le associazioni di categoria, mentre per il movimento spontaneo dei pastori la partecipazione al tavolo è stata vincolata con una comunicazione da parte dell’assessora regionale all’Agricoltura, Gabriella Murgia, in cui si chiede di presentare un elenco di aziende rappresentate. Un’azione poco gradita ai rappresentanti dei pastori che, nel mese di febbraio, avevano dato vita alla clamorosa protesta dello sversamento del latte in strada. In attesa di capire se i rappresentanti del movimento spontaneo parteciperanno all’incontro, l’unica certezza è che i pastori si stanno organizzando per marciare su Cagliari e rivendicare per la seconda volta (dopo l’incontro con l’allora ministro, Gian Marco Centinaio) le proprie ragioni nella battaglia sul prezzo del latte.
“Non porteremo elenchi di aziende, come ci è stato chiesta dall’assessore – spiega Gianuario Falchi, uno dei leader della protesta – ma chiediamo a tutti gli amici pastori che nel mese di febbraio hanno buttato il proprio sacrificio e condiviso con noi l’idea del cambiamento di presenziare a Cagliari per far capire che si deve cambiare rotta, che non serve documentazione, ma più che altro umiltà e rispetto nei nostri confronti, essendo la prima grande industria sarda. Assumerci le nostre responsabilità è un dovere rivendichiamo i nostri diritti”.
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Dopo la protesta che ha raggiunto la ribalta nazionale, Falchi traccia un bilancio di questi otto mesi: “Abbiamo presenziato – continua Falchi – al primo tavolo convocati da ben due ministri a Roma e dal prefetto di Sassari che ha gestito otto tavoli ministeriali per conto del governo, i quali ci hanno convocati formalmente e ci sono documenti ufficiali siglati in prefettura con accordi specifici su come deve andare avanti la discussione sulla riforma della filiera”.
Dunque, non c’è nessuna volontà da parte del movimento a uscire dai tavoli anche se “molti sarebbero contenti se non ci fossero i pastori a ricordare con forza gli impegni presi e poi disattesi per la riforma della filiera. Non faremo mai un’associazione e quindi non porteremo mai i documenti che l’assessora ci chiede. Abbiamo sempre detto che siamo senza bandiere e che non volevamo trasformare la lotta di febbraio nella solita associazione burocratica con dirigenti. Siamo e vogliamo rimanere pastori, che desiderano al più presto riappropriarsi della propria tranquillità, necessaria per condurre questo nobile lavoro”.
E sulla richiesta da parte dell’assessora Murgia è intervenuta anche la deputata del Pd, Romina Mura, convinta che “non si faccia nulla di buono quando si silenziano le voci più scomode”. L’esponente dem chiede che all’incontro con la ministra partecipino ” tutti i rappresentanti del comparto lattiero-caseario. Compresa la componente spontanea del movimento pastori”. Dunque il formalismo con cui è arrivata la comunicazione ai due rappresentanti del movimento deve lasciare spazio a “responsabilità di tutte le parti” con l’auspicio che la ministra “come successo in diversi tavoli di crisi che ha gestito e definito positivamente, darà un contributo determinante alla soluzione della vertenza”.
