Centotrenta dipendenti che si occupano di portierato e dei servizi di supporto alle strutture universitarie di Cagliari e Monserrato sono a rischio. Dopo il 9 maggio dovranno attendere il pagamento del Fondo di integrazione salariale (Fis) da parte dell’Inps. E poi? A sollevare il problema è Silvia Dessì, dirigente sindacale della Uiltucs Sardegna. Lo scorso 17 aprile – riepiloga il sindacato – la cooperativa Sfl ha comunicato con una lettera la decisione dell’Università di chiudere quasi tutti i plessi gestiti con il servizio di portierato. Il servizio era già stato ridotto dal 9 marzo a causa dell’emergenza Covid-19 e in quell’occasione era stato sottoscritto un accordo sindacale con la cooperativa per garantire ai lavoratori e alle lavoratrici l’accesso a un assegno straordinario fino al 9 maggio.
“Nella lettera – spiega la Uil – la Sfl informa che, qualora l’Università di Cagliari non dovesse cambiare idea, sarà costretta a valutare possibili conseguenze occupazionali e che dopo il 9 maggio non sarà in grado di anticipare le indennità del Fis”. Per questo motivo, insieme alle altre sigle sindacali, Uiltucs ha inviato una lettera, tra gli altri, alla rettrice dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo, al presidente della Regione Christian Solinas e alla stessa Sfl, ribadendo come il 90 per cento dei portieri impiegati svolga un servizio essenziale. “Dopo due settimane non abbiamo ancora avuto risposte – prosegue Dessì -. Il silenzio dell’Università è inspiegabile, soprattutto in un periodo difficile come questo, a maggior ragione nei confronti di lavoratori che da tanti anni prestano servizio per la stessa”.