Una famiglia sarda su 5 è in difficoltà: tutti i numeri del rapporto Acli-Iares

Una famiglia su cinque ha difficoltà ad acquistare beni di prima necessità. E una su tre è proprio al limite, impossibilitata a comprarsi da mangiare nel caso in cui abbia una spesa imprevista di 800 euro. Sono questi i dati principali del Rapporto sull’economia sociale e civile curato da Iares, l’istituto di ricerca delle Acli regionali, e presentato ieri a Cagliari nella sede della Fondazione Sardegna. Ai lavori, coordinati dal presidente regionale Franco Marras, hanno partecipato: Stefania Gelidi, portavoce del Forum Terzo settore Sardegna; Stefano Tassinari, della Presidenza nazionale delle Acli; Franco Manca, direttore regionale della Pastorale del lavoro Conferenza Episcopale sarda; Valter Piscedda, consigliere regionale Pd; Benedetta Iannelli, consigliere comunale di Cagliari, anche lei Pd.

Il Rapporto, il numero 13, ha preso in esame un campione di 500 persone. Nel Medio Campidano, in Ogliastra e nel Nuorese sono concentrate le famiglie con redditi più bassi, sotto i 15mila euro annui, mentre in Gallura e nel Sassarese quelle con redditi più alti, compresi tra i 15mila e i 30mila euro. È poi risultato che dove si sta meglio, è però diffusa una maggiore propensione al gioco d’azzardo, tra acquisto di gratta e vinci e scommesse varie in ricevitoria. Nelle zone economicamente più svantaggiate, invece, si riscontrano con più frequenza l’abitudine a comportamenti dannosi per la salute, come il tabagismo e il consumo di alcolici, soprattutto nel Medio Campidano per quanto riguarda le sigarette e nel Nuorese con i super alcolici.

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Tuttavia la gran parte degli intervistati si è dichiarata felice (46,7%) o piuttosto felice (31,8%) e in buono stato di salute (43,6%). Una persona su due ha indicato di vivere in condizioni pressoché invariate rispetto all’anno precedente e con un grado di soddisfazione compreso in un punteggio tra 6 e 7,2 (su 10). Le donne sono risultate ancora l’anello debole con le maggiori difficoltà rispetto agli uomini a trovare un impiego, e quindi pagano il prezzo più alto in termini di disponibilità finanziaria quotidiana.

Dal rapporto si rileva inoltre un generale senso di fiducia verso il prossimo. Il 62 per cento degli intervistati crede che ci si possa fidare della gente, mentre il 37 per cento ha dichiarato che “bisogna stare molto attenti quando sia ha a che fare con gli altri”. Per quanto riguarda la partecipazione politica si riscontra una buona propensione ad andare al voto. Le classi di reddito più diffuse sono quelle comprese tra 15.000 e 30.000 euro netti all’anno (45,8%) e fino a 15.000 netti all’anno (31,5%).

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