Ritardi pagamenti in agricoltura, i dati: quasi novantamila le pratiche inevase

Sono finalmente disponibili i dati ufficiali sui ritardi nei pagamenti in agricoltura. I documenti sono arrivati questa mattina sul tavolo della Quinta Commissione del Consiglio regionale convocata dal presidente Piero Maieli. A fornirli il commissario straordinario di Argea, Patrizia Mattioni. Sono 51.407 le pratiche pregresse del Piano di sviluppo rurale nelle varie misure, alle quali si aggiungono altre 38.121 pratiche da istruire per la campagna 2019 per le sole misure ‘a superficie’ e ‘benessere animale’. Una mole di lavoro impressionante alla quale Argea, agenzia delegata all’attività istruttoria, non riesce più a far fronte con il personale attualmente a disposizione. “Mancano all’appello 128 unità – ha spiegato il commissario Mattioli –, 64 da destinare al disbrigo delle pratiche sulle misure strutturali e i Gal”. Attualmente Argea dispone di 430 dipendenti che pur lavorando a pieno ritmo (con circa 45mila pratiche istruite al 31 ottobre 2019) si trovano sui tavoli un arretrato ormai fuori controllo.

Per risolvere questa situazione di emergenza da alcune settimane la Commissione ‘Attività produttive’ ha avviato un tavolo di confronto con gli assessori dell’Agricoltura e degli Affari generali e con i commissari delle agenzie agricole. Tavolo allargato questa mattina anche ai rappresentanti delle associazioni di categoria. “Questa è l’emergenza delle emergenze – ha detto il presidente della Commissione, Piero Maieli – è necessario fare fronte comune per individuare una via d’uscita e dare così riposte al mondo delle campagne”. Una piccola boccata di ossigeno potrebbe arrivare da Laore. L’agenzia ha offerto la sua disponibilità ad accollarsi le 18.914 pratiche (tra pregresse e attese) relative agli aiuti regionali per calamità naturali, interventi a sostegno del comparto ovicaprino, acquisto di riproduttori bovini, filiera del grano duro, aiuti in conto interessi alle imprese per prestiti ed ammortamenti. Per affrontare questa partita e risolverla entro il 2020, data in cui i soldi per le calamità non saranno più disponibili, servirà una squadra di 22 persone. “Noi siamo a disposizione – ha detto il commissario Gianfranco Casu – chiederemo ai nostri dipendenti di aderire su base volontaria al progetto mettendo a disposizione un incentivo economico». Un’altra soluzione tampone potrebbe essere quella dell’apertura delle procedure di mobilità interna con il reclutamento di nuove figure dagli enti regionali e dal sistema-Regione. Su questo punto è arrivata l’apertura del capo di gabinetto dell’assessorato regionale degli Affari generali, Alessio Zanzottera: “C’è la nostra disponibilità, ma occorre prima verificare la fattibilità giuridica ed economica dell’operazione”.

Tramontata, invece, l’ipotesi di esternalizzazione del lavoro, con il ricorso a un pool di esperti e professionisti. “È vietato dalla normativa europea – ha spiegato l’assessora dell’Agricoltura Gabriella Murgia – si potrebbe invece pensare a una struttura di supporto per l’attività istruttoria sugli aiuti regionali chiedendo la collaborazione agli ordini professionali. Questo per risolvere l’emergenza. Il problema va però affrontato strutturalmente, è tempo di pensare al reclutamento di nuove figure aprendo le procedure concorsuali”. “La situazione va affrontata subito e con decisione – ha aggiunto il presidente Maieli – non è pensabile che agricoltori e pastori debbano attendere ancora anni per vedere concluse le loro pratiche. Una soluzione potrebbe essere quella di attivare più ‘unità di progetto’ riferite a singole misure. Verificheremo anche questa possibilità. Tutte le strade devono essere percorse”.

Soddisfatti i rappresentanti di Coldiretti, Confagricoltura e Copagri per l’iniziativa della Commissione: “Finalmente ragioniamo su dati certi – ha detto il presidente di Coldiretti Battista Cualbu – i soldi che arrivano dal Psr sono la liquidità delle nostre imprese. Senza, non si può andare avanti. In mancanza di questi denari i pastori non riusciranno a portare avanti nemmeno la vertenza sul prezzo del latte perché saranno costretti a svendere il loro prodotto”. Apprezzamento per l’approccio scelto anche dal direttore di Copagri, Pietro Tandeddu: “Serve chiarezza e trasparenza – ha detto – sarebbe opportuno capire anche perché si sono accumulati tutti questi ritardi e procedere a una valutazione sulla produttività delle strutture di Argea”. Rapidità nella ricerca di una soluzione ha invocato anche il direttore di Confagricoltura, Maurizio Onorato: “Il tempo stringe, alcune misure sono in scadenza. Per risolvere l’emergenza servirebbe una task force di 250 persone”.

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