Peste suina, l’affondo di Andrea Murgia: “Il virus non è stato ancora sconfitto”

“La peste suina non è stata ancora sconfitta ma anche la stupidità umana se la passa abbastanza bene”. Andrea Murgia, candidato presidente della Regione alle elezioni di febbraio scorso con Autodeterminatzione e funzionario a Bruxelles nella direzione Politiche regionali, non sorvola sui toni usati ieri dal presidente della Regione Christian Solinas e dall’assessora dell’Agricoltura Gabriella Murgia, sull’eradicazione della peste suina davanti agli ispettori della Commissione Ue in questi giorni nell’Isola per fare il punto sullo stato di attuazione del piano di eradicazione della Psa. Una visita che precede l’arrivo del commissario europeo per la Salute e la Sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis.

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In un post su Facebook l’ex candidato spiega il suo punto di vista: “Semplice per un presidente chiedere all’Europa di rimuovere l’embargo delle carni suine isolane. Assurdo sentire l’assessora all’Agricoltura affermare che ormai la peste suina non esiste più. È un rompete le righe, un messaggio semplice che arriva dritto al cuore di chi in questi anni ha sofferto per la presenza del virus”. Murgia chiarisce che oltre ai protocolli e alle richieste alla Commissione “esiste anche un piano di eradicazione della peste suina africana che impone pesanti e onerosi gravami alle aziende suinicole, in particolare a quelle site nei comuni ad alto rischio. Misure che hanno mortificato gli allevatori, pesantemente inciso sulla tenuta delle aziende, eradicato allevamenti e stili tradizionali. Misure spesso inique, incomprensibili, scritte in astratto e applicate con la livella del libero arbitrio per gli allevamenti regolari, semplicemente ignorate dagli abusivi”, scrive Murgia.

Il nodo, per il funzionario europeo, riguarda le prescrizioni sulla movimentazione degli animali, quelle che hanno creato tante difficoltà agli allevatori: “Se l’assessora è sicura del fatto suo potrebbe tranquillamente revocare tutte quelle misure preventive, dalla doppia recinzione a maglie strette a tutte le norme sulla movimentazione degli animali. Queste sono le cose che danno fastidio, non l’embargo alle carni. Considerato l’esiguo numero di allevamenti intensivi e la sostanziale inutilità degli stessi. Non ci sarà mai un prodotto tipico sardo per il semplice fatto che si usa una ricetta tradizionale per confezionarlo. Un allevamento razionale o intensivo è identico in tutto il mondo: i maiali sono tutti uguali (di solito Large White), vivono rinchiusi in poco spazio, vengono imbottiti di antibiotici e mangiano quello che viene loro somministrato”.

“Ma se la peste suina non esiste più – conclude Andrea Murgia – domani stesso, vorrei aprire i cancelli del mio recinto e liberare gli animali, lasciarli liberi al pascolo. Questo mi interessa. Questo dovrebbero consentire l’assessora e il presidente, se la peste suina non esiste più, anziché prendersela con l’Europa.
Purtroppo esiste invece. E questa sceneggiata è la solita solfa del ‘tutta colpa dell’Europa’ che abbiamo già visto durante la famosa battaglia della flotta sarda. Altri tempi, stessi protagonisti”.

Mar.Pi.

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