Peste suina, in arrivo i commissari dell’Ue. Copagri “Via libera all’esportazione”

Arrivano in Sardegna i rappresentanti della Commissione europea, dell’Ufficio alimentare e veterinario, per fare il punto sul piano straordinario contro la peste suina africana. Saranno nell’Isola da martedì 12 al 20 marzo. E ora la Copagri chiede in una nota stampa che la Regione dia il via libera all’esportazione dei suini allevati in Sardegna, nonché alla trasformazione ed esportazione delle loro carni se provenienti da aziende sane e controllate.

Dopo l’intensificazione dei controlli sulle aziende suinicole e le strutture che operano nella filiera, «ci si attendiamo il via libera alla movimentazione e lavorazione dei suini allevati in Sardegna con possibilità di esportazione delle loro carni», ha spiegato il presidente regionale di Copagri Sardegna, Ignazio Cirronis. «Ad oggi, si sa, i salumifici, compresi quelli che avevano investito sul marchio Sardegna, sono autorizzati a lavorare solo carni provenienti da fuori, bloccan

do di fatto gli allevamenti isolani e mortificando lo sviluppo di un comparto di grandi potenzialità». Per Copagri, invece, l’unico discrimine deve essere tra azienda in regola e azienda fuori controllo.

MANCANZE. L’associazione si rammarica che i controlli abbiano riguardato, per la stragrande maggioranza, gli allevamenti già perfettamente conosciuti dalle strutture sanitarie mentre siano stati ottenuti scarsi risultati contro gli allevamenti abusivi, specie nelle aree ad alto rischio. I progetti pilota comunali devono ancora venire e il disegno di legge che dovrebbe dare ai Comuni le risorse per finanziarli giace dormiente in Consiglio regionale. Ancora, il protocollo d’intesa a suo tempo sottoscritto tra Regione e organizzazioni agricole è in larga parte disatteso.
«Le procedure per la sorveglianza del territorio e la cattura degli animali non conosciuti alle Asl», conclude Cirronis, «sono farraginose e burocratiche e non è ragionevole scaricare sui Comuni compiti che non sono in grado di assolvere». Inoltre, le norme regionali volte all’eradicazione della peste suina non tengono conto, spesso, della realtà dei nostri allevamenti, prevalentemente orientati alla produzione del suinetto da latte e con strutture semplificate.
Su questi temi ancora irrisolti, Copagri ritiene che la Regione, attraverso l’azione degli assessorati competenti (Agricoltura e Sanità), provveda a superare i ritardi e a convocare, alla presenza delle organizzazioni agricole, l’Anci e i Comuni dell’area ad alto rischio per trovare insieme soluzioni condivise , da troppo tempo attese.

 

 

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