Pecorino romano, no al piano offerta. Regione: “Servono limiti a produzione”

“Il nuovo piano di regolazione 2019-2022 dell’offerta del Pecorino romano non sembra in grado di rappresentare lo strumento per limitare l’oscillazione del prezzo del Pecorino romano Dop, che determina il prezzo del latte di pecora. Perché in buona sostanza non introduce, se non in misura minima e comunque con meccanismi fortemente derogatori, nuovi limiti alla produzione”. Lo ha detto l’assessora regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, intervenendo questa mattina a Borore nel corso dell’assemblea dei soci del Consorzio di tutela del Pecorino romano Dop. “È ormai dimostrato – ha sottolineato l’assessora Murgia – che il crollo del prezzo del latte nei diversi momenti di crisi è stato creato dalla sovrapproduzione del Pecorino romano. Un piano che non tenga conto di questo stato di cose non può avere l’avallo della Regione. In un momento nel quale il mondo delle campagne vive uno stato di difficoltà, dovuto anche al basso livello dei prezzi pagati per le produzioni, un consorzio che si occupa della tutela del marchio, della Sardegna, non si può disinteressare dell’impatto delle proprie scelte sulle imprese della produzione primaria, che sono la componente più debole e esposta della filiera. L’amministrazione regionale – ha aggiunto l’assessora Murgia – vuole la valorizzazione di tutta la filiera. Alle aziende impegnate nella produzione deve essere garantita la giusta remunerazione del proprio prodotto e il giusto riconoscimento del proprio lavoro”. L’intervento dell’assessora segue le proposte lanciate dalla nuova associazione ‘Più Sardegna’ che in un documento ha chiesto di poter essere titolare della realizzazione e della gestione del Piano di regolazione dell’offerta del Pecorino romano dop, sostituendosi al Consorzio di tutela.

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