Pecorino, no al Piano anche dai pastori: “Rivedere il meccanismo delle quote”

Anche i pastori sono contrari a ciò che è contenuto nella bozza di Piano di regolamentazione dell’offerta di Pecorino romano, il documento che deve stabilire i criteri di assegnazione delle quote di latte che ogni caseificio dovrà lavorare nelle prossime annate casearie. È il tetto produttivo delle quantità di formaggio da produrre, quelle che il mercato è in grado di assorbire. Il nodo è evitare lo sforamento del limite e la produzione di eccedenze che non vengono smaltite, come è successo sempre negli ultimi decenni. Dopo le critiche dell’assessora regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, si uniscono quelle degli allevatori.

“Abbiamo ritenuto giusto non partecipare all’ennesimo incontro del Consorzio del Pecorino romano, al quale siamo stati invitati solo come ospiti osservatori perché riteniamo totalmente sbagliata e dannosa per gli allevatori la proposta di piano che sta circolando”, sottolineano i portavoce del movimento spontaneo nato a febbraio scorso con le proteste per il prezzo del latte, Nenneddu Sanna e Gianuario Falchi. Una proposta, secondo gli allevatori, sbagliata nella forma e nella sostanza: “Nella forma perché è il tavolo ministeriale il luogo deputato al confronto tra le parti in causa e dove si devono presentare le proposte di piano prima che queste vengano portate all’assemblea dei soci del Consorzio per essere approvate. – sostengono -. Abbiamo conquistato duramente la possibilità di partecipare a quel tavolo (il riferimento è al tavolo convocato dal Mipaft aperto in Prefettura a Sassari ndr) e non siamo disposti a accettare che lo stesso venga scavalcato dai soliti furbi che pensano di poter continuare a comportarsi come se la protesta di febbraio non ci sia mai stata e a considerare la nostra presenza al tavolo come quella di osservatori non protagonisti”. Per i pastori poi il piano è sbagliato nella sostanza “perché ripropone la filosofia di sempre: i coefficienti di rappresentatività dei caseifici (quote di produzione) sono assegnati sulla base delle produzioni di Pecorino romano delle annate precedenti, sforamenti compresi. Con un incomprensibile sistema di sanzionamento degli sforamenti che serve solo a far finta che tutto cambi perché non cambi niente, lasciando spazio ai soliti speculatori”, aggiungono.

LEGGI ANCHE: Pecorino, Consorzio replica alla Murgia. Ecco cosa stabilisce il Piano dell’offerta

Del Piano in discussione gli alle riproponiamo ancora più convinti di prima un nuovo sistema di attribuzione delle quote di pecorino romano, partendo dal concetto che ha diritto a produrne di più chi acquista dal pastore “latte atto a divenire” pagandolo meglio e non chi si ritiene, com’è oggi, padrone del nostro latte perché in possesso delle quote storiche del prodotto formaggio. “Abbiamo presentato già ad aprile, una proposta di piano dettagliata che si basa proprio sul principio che chi possiede il latte idoneo o perché lo acquista sul mercato pagandolo bene o perché lo vuole trasformare in proprio ha il diritto a produrre una quota di pecorino romano proporzionale al latte idoneo che possiede – scrivono -. La nostra proposta si basa sul principio che il pastore che produce latte idoneo a produrre Pecorino romano, quando si sposta da un trasformatore all’altro, deve portare con se la sua quota di produzione che da valore al suo latte. Se oggi i pastori decidessero di associarsi per produrre Romano e venderlo sul mercato a prezzi che compensino bene il latte non potrebbero farlo perché secondo il piano proposto le verrebbero attribuite quote di produzione irrisorie”. I pastori chiedono al ministero di convocare il prima possibile il tavolo ovino per far ripartire la discussione “dalla nostra proposta interrompendo l’inutile balletto di comitati tecnici che sta impostando il Consorzio e che non porteranno a niente di buono”.

Mar.Pi.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share