Operaio sale sul traliccio per protesta: “Sblocco vertenza e riavvio produzione”

È sceso dopo oltre due ore in cui è rimasto aggrappato in cima al traliccio dell’Enel il lavoratore ex Alcoa che questa mattina è salito a 20 metri di altezza davanti ai cancelli dello stabilimento della Sider Alloys (ex Alcoa) di Portovesme. La protesta mentre è in corso l’assemblea di un gruppo di lavoratori – riuniti nel movimento ex lavoratori Alcoa – che questa mattina si sono ritrovati proprio davanti alla fabbrica per fare il punto sulla vertenza e “per mantenere alta l’attenzione” sugli ammortizzatori sociali e del riavvio della produzione.

L’operaio, “disperato” per i ritardi degli ammortizzatori sociali e per il mancato riavvio della fabbrica che produce alluminio, dopo una lunga trattativa con gli altri operai è stato convinto a scendere. Sul posto i carabinieri e gli agenti della Polizia.

Venerdì scorso i problemi legati agli ammortizzatori sociali bloccati, ai ritardi per il revamping dello smelter e alla mancata definizione di un accordo sulla tariffa energetica, che tutti insieme ritardano il riavvio dello stabilimento ex Alcoa di Portovesme, ora di proprietà di Sider Alloys, sono stati affrontati in un incontro tra i sindacati e la prefetta di CagliariRomilda Tafuri. Le stesse organizzazioni sindacali hanno già annunciato che nel caso in cui la situazione non dovesse migliorare i lavoratori sono pronti alla mobilitazione.

“È con forte preoccupazione che assistiamo al disperato tentativo di un lavoratore che mette a rischio la propria vita, per vedere riconosciuto il proprio diritto al lavoro ed un futuro certo nel nostro territorio”. Così Fiom, Fsm, Uilm e Cub. Le organizzazioni sindacali lo avevano preannunciato venerdì 8 marzo alla prefetta Tafuri: “La gravissima situazione, che sta portando a costanti ritardi nel rilancio della vertenza, sta creando grossi problemi economici nel tessuto sociale tra le famiglie dei lavoratori. I ritardi nell’erogazione degli ammortizzatori sociali, il mancato rispetto del Piano industriale e del conseguente accordo che doveva definire il revamping, sia nei termini rioccupativi, sia in termini di rilancio produttivo, per terminare con il gravissimo ritardo nell’ottenimento della tariffa energetica che pareva invece scontata, stanno alimentando tensioni sempre più forti che non si riescono più a gestire”. A fronte di queste difficoltà, i sindacati sollecitano i soggetti istituzionali ad attivarsi “urgentemente per trovare le opportune soluzioni affinché gesti e situazioni simili non si ripetano”.

 

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