Non solo Recovery, fondi Ue nel Sulcis: “Ma per averli serve piano di interventi”

Subito un incontro con i rappresentanti della Regione per la programmazione delle risorse relative al Just transition fund, il piano di fondi europei destinati alla Sardegna e a Taranto. A inviare la richiesta all’assessore all’Industria Anita Pili e all’assessore alla Programmazione Giuseppe Fasolino sono Emanuele Madeddu segretario della Filctem della Sardegna Sud Occidentale e Antonello Congiu segretario della Camera del lavoro della Sardegna Sud Occidentale.

“Con questo strumento c’è per il Sulcis Iglesiente un potenziale di investimenti che vale non meno di 500 milioni di euro – dicono Antonello Congiu e Emanuele Madeddu – ma senza una adeguata e opportuna programmazione salta tutto. Perché le risorse che eroga l’Europa non sono a pioggia ma necessitano di progetti e programmi e linee di intervento chiare e definite”. Da qui, dopo l’incontro del 22 febbraio alla Regione, la richiesta di nuovi chiarimenti.

“Chiediamo di conoscere quali strategie intenda mettere in atto per la elaborazione dei piani territoriali per la giusta transizione”. La preoccupazione dei due segretari riguarda il “ritardo con cui si affronta il processo di stesura degli stessi piani a cui i sindacati aspirano a partecipare in qualità di stakeholders, in quanto le aree individuate dall’Ue di destinazione del fondo riguardano Taranto ed il Sulcis Iglesiente”. Ad alimentare la preoccupazione poi il fatto che “dalle notizie di stampa specialistica si apprende il fatto che la regione Puglia stia già elaborando i propri piani e ciò induce, nelle scriventi organizzazioni il timore che si possa in qualche modo perdere una importante fonte di finanziamento per garantire il principio stesso del fondo: una giusta transizione ambientale ed occupazionale”.

Non solo: “Non è peraltro a conoscenza delle scriventi quanta sia la parte del fondo complessivo, di circa 1.2 miliardi, che verrà destinato al Sulcis Iglesiente a sostegno del progetto di transizione energetica e degli effetti sociali da essa derivanti che, con ogni probabilità riguarderà la conversione della centrale Enel Grazia Deledda così come l’attività della Carbosulcis”.

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