Meridiana, aumento di capitale da 200 milioni. Rivoluzione nei cda del gruppo

Due certezze arrivano dall’assemblea degli azionisti di Meridiana Spa, la holding sotto il cui controllo c’è la compagnia aerea Meridiana fly: che senza i soldi prima di Karim Aga Khan e ora di Akfed, il fondo presieduto dal Principe, Meridiana sarebbe già fallita da tempo. Poi che Akfed ha iniziato una rivoluzione silenziosa che parte dallo snellimento della catena di comando, che passa dai consigli di amministrazione della holding e di tutte le controllate. Partiamo dall’ennesimo aumento di capitale, altri 200 milioni di euro che servono per tenere in vita Meridiana fly e consentirle di volare. Perché le perdite di Meridiana Spa indicate nel bilancio 2013 ammontano a 155 milioni di euro, contro una perdita nell’esercizio 2012 che ammontava a 87,6 milioni di euro.

La holding svaluta la partecipazione in Meridiana fly di 139 milioni di euro

Il deficit patrimoniale di Meridiana Spa ammonta a quasi 150 milioni di euro a causa della svalutazione della partecipazione in Meridiana fly per un ammontare di 139,3 milioni di euro. Sarà Akfed secondo i dettami del nuovo corso a garantire la ricapitalizzazione e il sostegno finanziario. La holding presenta quindi un bilancio consolidato di gruppo in perdita netta di 6,3 milioni di euro, contro i 180 milioni di euro precedenti, grazie al beneficio derivante dai 90,3 milioni di euro derivanti dal provento non ricorrente costituito dal controllo totalitario di Meridiana fly.
In pratica nel bilancio 2013 della holding (Meridiana Spa) si è svalutato il valore della partecipazione della compagnia aerea (Meridiana fly) per 74 milioni. Questo gioco contabile ha determinato un guadagno alla holding – che nel bilancio viene chiamato “provento finanziario non ricorrente” – di 90,3 milioni. Ma è l’Ebit, tecnicamente il risultato ante oneri finanziari, o reddito operativo aziendale, a svelare la terribile realtà della crisi della compagnia aerea: un Ebit di Meridiana Spa in perdita per 78,8 milioni, normalizzato dal provento non ricorrente di cui abbiamo detto per la svalutazione della compagnia aerea – quindi pur in miglioramento rispetto alla perdita di 166 milioni del 2012 – indica che non solo i capitali investiti non hanno redditività, ma anzi vengono “mangiati” da perdite strutturali.

Tagli ai consigli di amministrazione, snellita la catena di comando.

L’altra notizia è certamente il cambio di strategia di governance imposta dal nuovo ruolo del fondo Akfed, che da questo momento diventa centrale nelle decisioni. Un terzetto avrà rappresentanza nei cda di Meridiana Spa, Meridiana fly e la compagnia gemella Air Italy: si tratta di Marco Rigotti, in qualità di presidente; Roberto Scaramella, in qualità di consigliere per la holding e amministratore delegato delle due compagnie aeree e, infine, Corinne Fournot, consigliere nella holding e nei vettori in qualità di direttore finanziario di Akfed. L’assemblea degli azionisti ha poi nominato i consigli di amministrazione di Meridiana Maintenence, la controllata che si occupa della manutenzione degli aeromobili, che vede Rigotti come presidente e Ivano Pippobello come amministratore delegato (confermato), con Roberto Scaramella vice presidente. Anche il cda di Geasar, la spa che controlla l’aeroporto Costa Smeralda di Olbia, vede alla presidenza Marco Rigotti, con Silvio Pippobello amministratore delegato (anche lui confermato) e Roberto Scaramella tra i consiglieri insieme ad altri uomini Akfed e ai nomi in quota alla Camera di Commercio di Sassari e Nuoro e alla Regione, in virtù della loro partecipazione “istituzionale”. Come si vede Rigotti e Scaramella, il primo plenipotenziario di Akfed, il secondo amministratore delegato delle compagnie aeree, proveniente dalla divisione Aviation di Akfed, entrano dentro i cda di tutte le partecipate della capogruppo.

 

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