Malloreddus, pecorino e bonifiche. Il mondo della cannabis ‘legale’ in Sardegna

Pecorino e malloreddus alla canapa ma anche olio di semi, pellet e bonifiche. In Sardegna l’utilizzo della canapa industriale è già realtà. Lo dimostrano gli oltre settanta aderenti all’associazione di canapicoltori Sardinia Cannabis, punto di riferimento isolano per un crescente numero di coltivatori che stanno puntando su questa nuova attività.

Nata a Sassari su idea di un gruppo di imprenditori, Sardinia Cannabis oggi vanta adesioni in più di trenta comuni dislocati in tutte le province sarde. Tra tutti gli associati la superficie di terra coltivata con la canapa è di circa trenta ettari “ma l’anno prossimo triplicheremo la produzione” fanno sapere. Obiettivo dichiarato è quello di “creare una filiera etica della canapa locale e risolvere diverse problematiche del territorio”. Secondo l’associazione la coltivazione diffusa della cannabis light, così viene definita la canapa industriale che ha una percentuale di principio attivo thc dello 0,2% ed è quindi ritenuta legale, può avere ricadute positive sui territori. Qualche esempio? “Può consentire la messa in produzione di terreni abbandonati, la rigenerazione di suoli esausti, connessioni produttive con i settori dell’artigianato tradizionale e artistico”.

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Il presidente dell’associazione è Piero Manzanares. “Tutto è nato dall’idea di fare qualcosa per la mia terra e cambiare l’immagine negativa che questa pianta si porta ingiustamente dietro. Posso dire che in famiglia abbiamo utilizzato la cannabis per gravi patologie ed abbiamo riscontrato i miglioramenti che i cannabinoidi possono dare”.

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Al momento l’associazione, appoggiandosi ad aziende alimentari, dai semi di canapa produce olio e farina, pasta come i tipici malloreddus, e formaggio pecorino. “Malloreddus e pecorino li presentiamo con il nostro logo alle fiere, una sorta di marchio di qualità per garantire che nella produzione non sono stati utilizzati pesticidi, le coltivazioni non sono state fatte su terreni inquinati e i prodotti base sono esclusivamente sardi. Ora – spiega Manzanares – anche le aziende produttrici alle quali ci affidiamo vorrebbero fare una loro linea a base di prodotti di canapa, ormai è dimostrato che la farina estratta dalla canapa è classificata come superfood. Molte persone vanno a cercare prodotti di nicchia che hanno determinate proprietà, come l’olio di canapa fonte di omega 3 e omega 6”.

Non solo cibo. “La pianta potrebbe essere molto utile in edilizia, in Sardegna la Regione potrebbe fare delle leggi per incentivare l’utilizzo della canapa come materiale isolante da usare al posto di altri prodotti come il polistirolo”. Qualcosa in realtà si muove anche sul fronte politico. Nella legge finanziaria del 2015 il Consiglio regionale ha deciso di destinare 450mila euro alla sperimentazione della canapa per bonificare terreni inquinati dai siti industriali. Inoltre alcuni mesi fa l’agenzia Laore ha annunciato una serie di giornate informative, a favore delle aziende agricole, dal titolo “principali metodi di coltivazione della Cannabis sativa L: prodotti ottenibili e loro utilizzo”.

Andrea Deidda

 

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