Località minerarie, ricchezza sarda: “Seicento siti, Porto Flavia il più bello”

Seicento località minerarie, di cui cui 400 classificate come geositi, ovvero beni naturali non rinnovabili. Sono i numeri sardi dentro i quali oggi si discute a Iglesias, nell’auditoriul dell’istitutom minerario Asproni in occasione di un evento nazionale organizzato dall’associazione che raccoglie le guide ambientali escursioniste (Aigae). Ieri, vigilia della convention, c’è stata la visita a Porto Flavia (nella foto), l’opera di ingegneria che è unica al mondo e simbolicamente è stata scelta come emblema di una risorsa, quella del turismo mineraio, ancora tutta da sfruttare.

Realizata nel 1924, Porto Flavia fu un intervento all’avanguardia che permise di abbattere i costi di produzione consentiva di trasferire il carico dei minerali direttamente sulle navi, in poche ore, anziché impiegare giorni servendosi di piccole imbarcazioni a vela latina chiamate le bilancelle. Il trasporto riguardava l’estrazione di piombo e zinco, ha spiegato Roberto Rizzo, geologo del Parco geominerario, di recente espulso dall’Unesco (leggi qui).

Dal Sulcis l’Aigae annuncia l’invio di una lettera al premier Giuseppe Conte per chiedere “un maggior sostegno al turismo ambientale e più chiarezza nelle norme”. In Italia si contano tremila guide escursioniste. A Iglesias l’Aigae è rappresentata dal presidente, dal direttore e una dirigente, rispettivamente Davide Galli, Nino MartinoDaniela D’Amico. Partecipano anche il sindaco Mauro Usai; il presidente e il direttore del Parco geo-minerario, Tarcisio Agus e Ciro Pignatelli; i primi cittadini di Masullas e Gadoni, Mansueto SiuniFrancesco Peddio.

 

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