L’export sardo rallenta, male il petrolio. Ma cresce il settore agroalimentare

Export regionale in netta frenata. Nel primo trimestre dell’anno in corso, al netto del settore petrolifero, il volume complessivo dell’export regionale si è fermato a 219 milioni di euro, segnando un calo tendenziale del -2,9 per cento rispetto allo stesso periodo 2018. Le cose non vanno meglio se si include anche il comparto petrolifero che, con una contrazione del 20,9 per cento, ha portato l’export complessivo a poco più di un miliardo di euro, determinando un calo tendenziale del -17,8 per cento. Lo rileva la Cna Sardegna.

A contenere, anche se parzialmente, il crollo del comparto petrolifero (219 milioni di euro in meno nel primo trimestre 2019), va evidenziato il buon risultato dell’export agroalimentare che, dopo un triennio in calo e un disastroso 2018 (-17,8 per cento), nel primo trimestre 2019 ha dato segnali di inversione di rotta: rispetto al primo trimestre del 2018 il bilancio è di un milione di euro in più, pari ad una variazione tendenziale del +4,2 per cento.

Il comparto lattiero-caseario rappresenta attualmente circa il 60 per cento dell’export agroalimentare sardo. I dati del primo trimestre 2019 mettono in evidenza timidi segnali di ripresa: dai 24,7 milioni di euro del primo trimestre dell’anno scorso, l’export di prodotti caseari è passato a 25,7 milioni, una variazione su base annua dell’1,5 per cento. In crescita i mercati di Spagna e Cina che oggi veicolano quasi il 2% dell’export sardo di prodotti caseari.

“È fondamentale investire sullo sviluppo del settore agroalimentare nel suo complesso, promuovendo l’accesso ai mercati internazionali di altre produzioni oltre a quelle lattiero-casearie – dicono Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario Cna Sardegna -. I buoni risultati del comparto delle carni lavorate sono incoraggianti e qualcosa di positivo si rileva anche per le produzioni regionali di qualità del settore pastaio e dei prodotti da forno, mentre hanno un ampio potenziale di crescita i prodotti di qualità del comparto enologico ed oleario”.

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