Latte, pastori e associazioni sono cauti: “L’accordo è solo un punto di partenza”

“Soddisfatti? È un punto di partenza, ma ora c’è da prendere in mano tutta la fase strutturale”. È cauto Gianuario Falchi, uno dei pastori che fa parte della delegazione degli allevatori al tavolo convocato in Prefettura per portare a termine la vertenza legata al prezzo del latte ovino.

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“Non c’è solo la parte industriale e cooperativa – spiega -, ma c’è anche la grande distribuzione, che nella filiera dovrà avere un ruolo molto importante, soprattutto per non riportarci nell’incubo delle aste al ribasso”. Per ora, sottolinea, “tutti hanno promesso, adesso bisogna vedere: noi vigileremo”. Certo, “ad accontentare tutti non ce l’avremmo mai fatta – dice -, questa dei 74 centesimi è un’apertura, ci stiamo concentrando sul futuro”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Andrea Mulas, altro rappresentante dei pastori che ha seguito di persona la trattativa con industriali, governo, Regione e associazioni di categoria. “Chiudiamo questa prima partita e andiamo avanti col secondo punto”, preme. “Stiamo aspettando che ci diano una data per il tavolo di filiera – afferma – dove si dovrà trattare sulla piattaforma da presentare all’assemblea straordinaria dei consorzi di tutela”. Sarà quella la sede “per iniziare a modificare lo statuto e parlare di riforma per tutti i consorzi – conclude – per far ripartire la filiera, per il nostro futuro, per riprenderci i nostri diritti”.

In rappresentanza di chi produce il latte c’era anche Coldiretti. “Per noi è un primo passo – commenta il presidente Battista Cualbu -. Abbiamo firmato per ultimi per senso di responsabilità nei confronti di tutto ciò che è successo con la speranza che possa attivarsi un processo di stabilizzazione con nuove regole delle procedure relative alla formazione del prezzo ed a una gestione corretta del Consorzio del Pecorino romano”. “L’acconto è una via di mezzo tra quando chiedevamo noi da novembre 2018, 77 centesimi, e le proposte dei trasformatori, 72 centesimi”, precisa il presidente.

L’accordo è un primo passo anche per Agrinsieme Sardegna, il coordinamento che riunisce le federazioni regionali di Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari: “È ora necessario continuare a lavorare affinché si leghi il prezzo del latte ovi-caprino a quello di tutti i formaggi dell’Isola e non solo del pecorino romano; allo stato attuale, infatti, si arriverebbe al riconoscimento di un euro al litro solo con un prezzo del pecorino pari a circa 8,50 euro al chilo, con una quotazione che attualmente si aggira sui 5,70 euro al chilo”.

“In vista del nuovo incontro del Tavolo ‘ristretto’, che sarà convocato tra circa quindici giorni e durante la quale auspichiamo si inizi a parlare dei controlli da estendere a tutti gli operatori della filiera, chiediamo che venga istituzionalizzato il Tavolo nazionale ovi-caprino, attraverso un decreto ministeriale che ne specifichi i componenti e le competenze”, continua il coordinamento regionale.

Mar.Pi.

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