Latte, nessun accordo sul prezzo. Pastori a Roma: “Siamo incavolati”

“Non si è parlato di prezzo – né dei 72 centesimi offerti né degli 80 richiesti – ma solo dell’apertura di un apposito tavolo tecnico. Il ministro dell’Interno ne ha affidato la guida al prefetto di Sassari“, ha annunciato il ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, al termine del tavolo di filiera che si è tenuto a Roma a cui non hanno partecipato gli industriali. “Chiederemo che venga convocato già nei prossimi giorni e sarà composto da un membro del ministero dell’Agricoltura, un rappresentante della Regione, due rappresentati delle parti agricole, due delle cooperative, due dei pastori e due di Assolatte – aggiunge -. Lì si parlerà della griglia e dei prezzi. È stato fatto un grande passo avanti e tutti sono usciti col sorriso sulle labbra”. Il ministro ha ringraziato anche il presidente del Consiglio Conte, il sottosegretario Pesce e chi sta lavorando al testo di un decreto legge “che sarà pronto nelle prossime ore e conterrà la parte relativa ai fondi e all’istituzione del registro telematico”. Il titolare dell’Agricoltura si è detto soddisfatto dell’incontro di oggi (“Oggi c’erano i tecnici dei trasformatori, ma non c’erano gli imprenditori”), perché “sono stati concretizzati alcuni dei dieci punti concordati durante l’incontro in Prefettura a Cagliari”. Sul fronte dei pastori, Centinaio ha sottolineato che hanno ribadito “con forza” la richiesta di dimissioni spontanee di tutti i membri dei consigli di amministrazione dei consorzi di tutela del pecorino: “Questa richiesta non la può fare il Ministero: noi la possiamo solo caldeggiare e sarà sul tavolo del prefetto”.

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Sul rischio che l’assenza di un accordo sul prezzo possa infiammare la protesta dei pastori, il ministro dell’Agricoltura si è detto tranquillo. “I pastori ci hanno garantito che verranno fatti altri presidi, ma sul fronte dell’ordine pubblico ci sarà un’ulteriore riduzione della tensione. Il mio auspicio è che ci sia consapevolezza delle parti in causa: da un lato non ci siano provocazioni, dall’altro non si accettino provocazioni”. Fra tre giorni la Sardegna sarà chiamata alle urne per le Regionali ed è alto il rischio che le tensioni tra i pastori possano creare problemi. “Tutta la politica, dall’estrema destra all’estrema sinistra – non ho sentito nessuno che si sia tirato fuori – si è messa a disposizione della Sardegna e del mondo dei pastori per cercare di risolvere la questione – ha detto Centinaio -. Di conseguenza, andare a bloccare i seggi immagino non serva a niente. Non serve indirizzare la protesta contro chi sta andando ad aiutarli: non siamo noi i cattivi, né noi né la Regione, che è di una parte politica diversa dal Governo”. Il ministro ci tiene a sottolineare il ruolo da arbitro che sta esercitando la politica: “Ci sono due parti che hanno presupposti diversi e vogliono portare a casa il loro obiettivo – ha concluso -. Governo e Regione si sono messi in mezzo per trovare una soluzione tra i due contendenti, senza sfociare in problemi di ordine pubblico”.

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Al termine dell’incontro i pastori non hanno nascosto la loro delusione. Sull’eventualità che si riprenda a versare il latte in strada, uno dei rappresentanti che ha partecipato al vertice, Nenneddu Sanna, ha detto: “Basta quello che abbiamo versato, ma per domenica, nel giorno del voto, qualche iniziativa ci sarà”. Non si escludono problemi ai seggi per le Regionali: “Vedremo”. Anche Gianuario Falchi (nella foto) non è contento dopo l’incontro disertato dagli industriali. “Siamo incavolati – ha detto -. A noi non fa piacere tornare a Roma e scoprire che chi dev’essere qui non c’è: ognuno si deve prendere le proprie responsabilità di questa trattativa”. Falchi sa che tra i pastori serpeggia la delusione per il mancato risultato sul prezzo del latte. “La gente si aspettava qualcosa di più, questo è poco ma sicuro: ma come fai a fare una partita da solo? – commenta -. Il pastore doveva solo mungere questo latte, invece è finito a Roma a trattare per venderlo ed è finita che quei soldi sono stati portati a chi ha sbagliato: gli industriali hanno sbagliato il loro lavoro. Ma siamo consapevoli che se non verrà tolto questo esubero dal mercato, il prezzo del latte non si muoverà mai. Dobbiamo rassegnarci, ma vigileremo su ogni singolo euro”. Falchi ha commentato l’esito del tavolo romano con l’Ansa: “Alcuni passi avanti ci sono stati e sono stati messi per iscritto – prosegue Falchi – innanzitutto sono stati affidati al prefetto di Sassari i compiti di analisi e sorveglianza del monitoraggio delle attività di filiera. Ed è stato firmato il decreto ministeriale che proroga l’atto programmatorio relativo al pecorino romano, con la scadenza posticipata al 31 luglio 2019”. Tra gli accordi sanciti al ministero dell’Agricoltura ricorda: “Ci è stato infine confermato l’impegno della Gdo per avviare una campagna straordinaria per il sostegno al pecorino sardo a decorrere dal 23 febbraio e la disponibilità per un incontro a Roma”.

Marcello Zasso

 

 

 

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