Latte, intese ignorate dopo le proteste: registro telematico ovicaprino mai nato

A quasi due anni dalle clamorose proteste dei pastori sardi concretizzatesi con lo sversamento del latte nelle strade, a distanza di 18 mesi dall’approvazione della legge nazionale 44 a sostegno del comparto ovicaprino, frutto del lungo confronto tra le parti a Roma, Cagliari e Sassari, non è stato attivato, entro i termini previsti (31 dicembre 2020) uno dei più importanti elementi della legge, fortemente rivendicato dai pastori, e cioè l’obbligo, da stabilirsi con specifico decreto, in capo agli acquirenti di latte ovicaprino, di comunicare mensilmente i quantitativi di latte ricevuti e successivamente i dati sulle relative produzioni lattiero-casearie ottenute e sulle giacenze di magazzino.

A far emergere l’inadempienza è la Copagri Sardegna: “Tale obbligo è stabilito da un regolamento comunitario del 2013 – ricorda Pietro Tandeddu, responsabile nazionale per Copagri del comparto -. Da tempo è in vigore il decreto riferito al latte vaccino e, da tempo, in Francia e Spagna anche quelli relativi al latte ovicaprino. Non si comprende il perché di tanta resistenza in Italia all’istituzione del registro telematico per il latte ovicaprino che porterebbe finalmente trasparenza nel mercato, evitando inutili polemiche e consentendo una corretta programmazione supportata da dati reali e non da semplici ipotesi. L’articolo che lo istituisce, all’interno della legge n. 44, ha subito inutili e inspiegabili modifiche ma si sperava nel rispetto dei termini stabiliti per l’emanazione del decreto”.

“Così non è stato – prosegue Ignazio Cirronis, presidente regionale di Copagri Sardegna – il 31 dicembre è passato invano. Ciò testimonia una colpevole disattenzione da parte del ministero che pure il 13 ottobre scorso aveva chiamato le organizzazioni a confrontarsi sugli schemi di decreto senza però dar seguito al confronto con le Regioni in sede di Conferenza Stato-Regioni. Chiediamo come Copagri il rispetto degli impegni, un decreto chiaro che renda possibile alle organizzazioni l’accesso ai dati aggregati di livello regionale e nazionale vista la scarsa chiarezza della proposta ministeriale”.

L’associazione chiede che la Regione si faccia carico del problema e invitiamo i parlamentari sardi ad adoperarsi per garantire la rapida emanazione del decreto ministeriale “opportunamente riformulato garantendo il massimo di chiarezza su quanto avviene nel comparto, oggetto ultimamente, tra l’altro, di attenzione da parte dell’Authority della Concorrenza che, relativamente ad alcune aziende di trasformazione, vuole vederci chiaro in merito al rispetto delle regole della contrattazione”.

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